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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

In dieci anni l'Abruzzo ha perso 3.772 aziende agricole e anche il 2022 chiude in negativo

A lanciare l'allarme è la sezione regionale della Confederazione nazionale delle imprese agricole (Cia) che chiede interventi urgenti, tra le altre cose, sulla sburocratizzazione e l'accesso al credito: a soffrire sono soprattutto le imprese individuali che rappresentano la quasi totalità di quelle presenti sul territorio

Dopo l'allarme della Cna (Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media imprese) sull'inarrestabile crisi del comparto in Abruzzo arriva quello della sezione regionale della Cia (Confederazione italiana agricoltori): in dieci anni il territorio ha perso 3.772 aziende agricole. Così come per l'indagine della Cna, anche in questo caso il dato emerge dai dati Movimpresa elaborate da Unioncamere e anche in questo caso l'emorragia non sembra arrestarsi. Il 2022, infatti, si è chiuso con un ulteriore calo delle aziende registrate (meno 1,02 per cento): una diminuzione netta di 431 imprese.

Tra le province Pescara è la seconda peggiore dietro Chieti con lo 0,90 per cento (per la provincia teatina si raggiunge il meno 1,72 per cento). Segue l'Aquila con un saldo negativo dello 0,37 per cento con Teramo che chiude con un meno 0,35 per cento.

Dal punto di vista della forma giuridica a essere più colpite dalla flessione sono le imprese individuali che diminuiscono dell'1,43 per cento, mentre si registra, anche quest’anno, come negli ultimi dieci anni, un aumento di società (di capitale e di persone) e altre forme di aggregazione.

“Dati che non ci rassicurano – dichiara il presidente Cia Abruzzo Nicola Sichetti -. Oggi più che mai sono necessarie politiche adeguate di sostegno al settore primario. La pandemia prima e la guerra poi hanno contribuito a generare conseguenze devastanti come l’aumento delle materie prime, dell’energia e del carburante, e a pagarne le spese sono stati soprattutto i produttori agricoli”.

Il dato positivo arriva quindi dalle società, le cooperative e i consorzi che fanno registrare il segno “più” con una crescita del 4,13 per cento, anche se l'Abruzzo si continua a caratterizzare per le imprese individuali, quelle in forte crisi, che rappresentano ancora oggi il 93 per cento di quelle agricole presenti sul territorio e dunque sono un elemento importantissimo nell'economia di settore per il territorio.

La necessità è dunque quella di sostenerla l'agricoltura e darle una boccata d'ossigeno, cosa possibile, prosegue Sichetti, con “la sburocratizzazione, la semplificazione dell’accesso ai bandi, il favorire l’accesso ai finanziamenti e i maggiori investimenti sul rinnovo delle infrastrutture, in particolare per ciò che riguarda le risorse idriche”. Tutte cose che, conclude “potrebbero aiutare a invertire il trend e far sì che il settore diventi sempre più attrattivo ai giovani imprenditori, propensi a portare innovazioni e nuove tecnologie. Redditività e sostenibilità, sono questi i vettori su cui concentrarci nei prossimi anni”

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