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Economia

Buoni fruttiferi postali prescritti, l'arbitro bancario finanziario dà ragione a 3 consumatori

Due uomini di Pescara e una donna residente a Milano ma con parenti in Abruzzo si sono rivolti all'avvocato pescarese Antonello Campanelli

Tre nuove decisioni dell’arbitro bancario finanziario a favore dei consumatori riguado ai buoni fruttiferi postali prescritti.
Il Collegio di Roma e quello di Milano infatti, il mese scorso, si sono espressi a favore su tre ricorsi per buoni postali fruttiferi prescritti.ù

Infatti, tre associati (due uomini di Pescara e una donna residente a Milano con parenti in Abruzzo) dell’associazione consumatori Codici Abruzzo in possesso di buoni postali ormai prescritti con il patrocinio dell’avvocato Antonello Campanelli, hanno deciso di presentare ricorso all’Abf.

Il primo ricorso, presentato al Collegio di Milano, ha accolto le argomentazioni esposte da Campanelli, come fa sapere lo stesso avvocato, riconoscendo che i buoni postali emessi su moduli errati non potevano considerarsi prescritti in quanto le condizioni letterali presenti sui titoli, in assenza di un valido segno che ne abbia validato la correzione, hanno la prevalenza sulle condizioni di emissione, riconoscendo, in questo caso, sia l’importo investito che gli interessi.

Invece per i due ricorsi proposti al collegio di Roma, quest’ultimo ha deciso di concordare un risarcimento del danno in favore dei consumatori per i buoni prescritti. Nelle decisioni emesse, il collegio ha ribadito che, in assenza di prova da parte della società Poste Italiane di aver correttamente adempiuto ai doveri informativi, il consumatore ha diritto al risarcimento del danno quantificabile quantomeno nell’importo investito, sebbene i buoni postali siano risultati prescritti.

«Il problema», spiega l'avvocato Campanelli, «che coinvolge numerosissimi risparmiatori, è sorto principalmente dalla emanazione dei decreti del ministero dell’Economia e delle Finanze negli anni 2001 e 2002 che prevedeva l’emissione di buoni postali a termine della durata di anni 7 (serie Aa1, Aa2, Aa3, Aa4 e Aa5) che purtroppo andavano in prescrizione dopo dieci anni dalla loro naturale scadenza e quindi negli anni 2018 e 2019. Tuttavia, i consumatori, in assenza di indicazione sui titoli acquistati, e non avendo ricevuto il foglio informativo relativo al loro investimento, ritenevano, in buona fede, di essere in possesso di buoni postali ordinari della durata di anni venti e pertanto quando si sono recati presso gli uffici postali negli anni 2020 e 2021, con grande stupore, hanno appreso di essere in possesso di buoni postali ormai prescritti». 

I tre consumatori, grazie all’intervento dello studio legale Campanelli sono così riusciti a recuperare le somme investite, ritenute ormai perdute, per oltre ventimila euro.

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