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Economia

In Abruzzo diminuisce la povertà relativa, ma è solo perché cresce il numero dei pensionati

E' quanto emerge dall'indagine di Aldo Ronci condotta per la Cna per il 2021: gli ultra 65enne consentono di avere un dato in controtendenza rispetto alla media nazionale, ma la popolazione diminuisce e i giovani vanno via, male anche imprese ed export

Diminuisce la popolazione, le imprese crescono molto meno della media nazionale, l'export cresce poco tanto che la regione è terzultima a livello nazionale ed è scarsa anche la crescita in termini di credito alle imprese. Il pil (prodotto in terno lordo), infine, cresce meno rispetto a quanto succede nel Paese, eppure in Abruzzo la povertà relativa è diminuita passando dal 12 per cento all' 11,5 per cento del 2021. Un dato controtendenza con quello nazionale dove invece la povertà aumenta passando dal 10,1 per cento all'11,1 per cento. Numeri per cui quello 0,5 per cento di flessione registrata sul territorio, fanno dell'Abruzzo la regione al quinto posto tra i migliori risultati a livello nazionale. Un dato di che appare paradossale quello emerge dall'indagine condotta da Aldo Ronci per conto della Cna su dati Istat e che trova motivazione nel fatto che siamo più “vecchi”, ovvero dal fatto che sono aumentati gli abitanti ultra sessantacinquenni. Persone che, avendo raggiunto il pensionamento, non si trovano più nella condizione di avere un lavoro precario e poco remunerato, sottolinea l'indagine. “Gli ultra sessantacinquenni pesano sempre di più sul totale degli abitanti e questo fenomeno paradossalmente – si legge -, per un altro verso, va ad influenzare negativamente l’indice di dipendenza strutturale della popolazione che rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0‐14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15‐64 anni)”.

E' bene ricordare che si parla di povertà relativa, ovvero quella che  stabilisce il livello di reddito annuale introducendo altre variabili che si riferiscono al normale tenore di vita della società di riferimento e identifica le famiglie che stentano ad arrivare a fine mese e che devono fare numerose rinunce, sia in ambito sociale che sanitario. Quando parliamo di povertà assoluta, invece, intendiamo la mancanza del reddito necessario per soddisfare i bisogni fondamentali. La povertà assoluta stabilisce il livello di reddito annuale al di sotto del quale un individuo o una famiglia mancano dei mezzi necessari alla sopravvivenza (le cure mediche, l'alimentazione, l'abitazione, il vestiario).La povertà relativa

Andando quindi a guardare gli altri numeri emersi di vede come gli abitanti nel 2021 siano 7.532 in meno, con un’intensità dello 0,57 per cento che corrisponde ad una flessione del 34 per cento in più rispetto a quella italiana. Anche i giovani vanno via: 1.302 in meno quelli registrati (fascia di età 15-24 anni), con un decremento percentuale pari a quattro volte quello nazionale. Per quanto riguarda le imprese queste non sono riuscite a tenere il passo rispetto al trend nazionale o hanno realizzato, in valori percentuali, variazioni delle attività economiche tutte inferiori a livello nazionale. Nel primo caso l'incremento c'è stato, parliamo di 1.482 unità, ma in valori percentuali parliamo del 30 per cento in meno di crescita registrato a livello nazionale. Non va meglio sul fronte dell'export. In valori percentuali la crescita è del 5 per cento, ma il dato vale appena un quarto di quello registato nel Paese che è del 18,2 per cento. Per questo l'Abruzzo è terzultimo nella graduatoria nazionale. Export che per quanto riguarda i mezzi di trasporto è sceso dell'1,4 per cento, mentre nel Paese la crescita è stata del 17,1 per cento. Quindi il credito alle imprese. Come sottolinea l'indagine di Ronci si registra una crescita di appena 22 milioni che in valori percentuali è pari a un ottavo di quella italiana e i prestiti garantiti dallo Stato erogati per 1 miliardo e 463 milioni sono stati sostitutivi del credito ordinario anziché, come era nelle intenzioni, essere aggiuntivi. Infine il pil. Secondo l'indicatore trimestrale dell'economia elaborato dalla banca

d'Italia, il prodotto interno lordo regionale “sarebbe cresciuto del 6,3 per cento in Abruzzo” a fronte di un 6,6% in Italia, calcolato dall'Istat. Insomma, la povertà diminuisce, ma la regione è più anziana, i giovani vanno via e le imprese faticano a crescere perché l'accesso al credito resta un grande problema.

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