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Gli architetti contro lo stop al Superbonus: "Imprese e liberi professionisti al collasso, si penalizza chi agisce nel rispetto della legge"

Le federazioni di Abruzzo e Molise criticano la scelta del governo che, sostengono, avrebbe semplicemente dovuto inasprire le sanzioni per chi approfitta della misura

Gli architetti di Abruzzo e Molise si scaglia contro la decisione del governo di bloccare la cessione dei crediti del superbonus che solo nella nostra regione metterebbe a rischio 10mila cantieri con 500 imprese ferme e 3mila famiglie in crisi (dati Anche Abruzzo). “La decisione assunta dal governo di impedire di ricorrere allo sconto in fattura e di vietare alle pubbliche amministrazioni di acquistare i crediti fiscali, mette a repentaglio migliaia di imprese e decine di migliaia di posti di lavoro”, scrivono in una nota congiunta le federazione degli ordini degli architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori d’Abruzzo e Molise.

“L’operazione – scrivono ancora - appare tanto più scellerata se si considerano le motivazioni addotte come giustificativo basate su dati parziali e prive di una più ampia valutazione complessiva Dalla sua conversione in legge il Superbonus 110 per cento ed il meccanismo di cessione del credito sono stati modificati oltre venti volte a cui si aggiungono ulteriori cambiamenti di rango secondario, circolari applicative, provvedimenti della direzione centrale dell’agenzia delle entrate e centinaia di interpelli”.

Una situazione confusa, denunciano ancora gli architetti, che ricadrebbe su imprese e professionisti già al collasso ed in crisi di liquidità e la cui unica colpa sarebbe stata quella di aver utilizzato in maniera corretta, prosegue la nota, le regole emanate dallo Stato che improvvisamente, di contro, ha ritirato la parola data rendendo impossibile la cessione dei crediti ed il prosieguo dei lavori.

“Le decisioni assunte, senza minimamente occuparsi né risolvere il vero tema dei crediti bloccati, pongono una pietra tombale sul Superbonus, sia per gli interventi di efficientamento energetico che per quelli antisismici - aggiungono dalla federazione -. Tale scelta, inoltre, favorisce esclusivamente i ceti con maggiore capienza fiscale, mettendo a rischio gli impegni assunti dalle famiglie”. Insomma la misura nel nome di punire che ne ha abusato e magari fatto un uso illecito, punirebbe più che altro chi, al contrario, ha agito nei termini di legge.

“Ciò che inoltre appare incomprensibile è l’atteggiamento ideologicamente orientato e sordo ad ogni appello da parte delle innumerevoli associazioni di categoria”, afferma Daniele Schiazza, coordinatore Abruzzo e Molise che ricorda come ormai da Abi ad Ance, dalle associazioni condominiali alle reti delle professioni tecniche, dagli ordini professionali, da Confedilizia e dalla Cna, vengono richiesti interventi risolutivi rispetto al blocco nella cessione dei crediti.

“Il governo – riprendono le federazioni - emana quest’ultima norma giustificandola con numeri parziali, ma tacendo rispetto a quanto affermato, attraverso analisi e studi approfonditi, da primari istituti quali fra gli altri Nomisma e la Luiss Guido Carli. Analisi che dimostrano, di fatto, la sostenibilità economica e sociale della misura. È del tutto evidente che l’applicazione della legge sul Superbonus necessiti di correttivi sanzionatori in presenza di comportamenti poco virtuosi quali ad esempio sulle speculazioni dei materiali da costruzione o gli ingenti oneri finanziari trattenuti dalle banche sui crediti acquisiti. Gettare però via ‘il bambino insieme all’acqua sporca’ - concludono gli architetti iscritti agli ordini di Pescara, Chieti, Teramo, L'Aquila, Campobasso e Isernia - non pare una soluzione accettabile e tanto meno sensata. Queste le valutazioni complessive che dovrebbero far riflettere e che insieme ad un ascolto attento delle categorie interessate possono e devono condurre ad un quadro di regole chiare e stabili”.

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