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Economia

Imprese artigiane abruzzesi, Cna: "Segnali positivi dopo cinque anni"

Il bilancio dell'associazione degli artigiani abruzzesi sul secondo trimestre del 2018: bene il Teramano, male Chieti. Pescara si difende abbastanza bene. Ma resta negativo l’andamento annuale

Torna a crescere, dopo cinque anni passati tutti a fare il conto delle perdite, il numero delle imprese artigiane abruzzesi: anche se forse è ancora troppo presto per dire che la crisi è davvero alle spalle. Secondo lo studio realizzato su dati di Movimprese da Aldo Ronci per la Cna Abruzzo, relativo al secondo trimestre del 2018, tra aprile e giugno di quest’anno «le imprese artigiane hanno segnato un incremento di 39 unità, con un aumento percentuale dello 0,13%, valore molto molto vicino alla media nazionale dello 0,18%».

Il buon risultato centrato tra marzo e giugno, tuttavia, contrasta con le tendenze di più lungo periodo, ovvero quelle dei primi sei mesi dell’anno. A mettere sull’avviso è il presidente regionale della confederazione artigiana abruzzese, Savino Saraceni:

«Se è vero che il secondo trimestre ha gettato uno squarcio di sereno sul mondo della micro-impresa, è vero anche che un’analisi sui primi sei mesi del 2018 mostra invece ancora gravi elementi di criticità, con un segno fortemente negativo per il nostro comparto, ovvero la perdita di ben 333 imprese».

In attesa che il futuro chiarisca se davvero si tratta di ripresa, non resta che guardare più in profondità i numeri del secondo trimestre 2018. Il risultato realizzato – dice lo studio di Ronci – si “spalma” sul territorio regionale in modo disomogeneo: così, alle buone performance del Teramano (+20), dell’Aquilano (+12) e del Pescarese (+10) fa da contraltare il risultato negativo del Chietino (-3).

E quanto ai comparti produttivi, a guidare la piccola ripresa dell’artigianato  – almeno per quel che riguarda gli aspetti quantitativi – sono stati settori quali i servizi alle persone (+25, con una forte impennata dalla provincia teramana), le attività manifatturiere (+15), i servizi alle imprese (+12). Mentre si conferma il decremento nei trasporti (-11) e quello ormai endemico delle costruzioni (-11), dove pure la provincia di Pescara si muove in controtendenza rispetto al resto del territorio (+8).

Nel manifatturiero, il secondo trimestre del 2018 ha messo in risalto i buoni risultati delle imprese alimentari (+13, dieci delle quali però a Teramo), della riparazione ed installazione di macchine (+11), dell’abbigliamento (+6). Decrescono, invece, quelle legate alla produzione di mobili (-5), di articoli in pelle (-4) e della riproduzione dei supporti registrati (-4). Dall’artigianato e la micro impresa al totale delle imprese: tra aprile e giugno l’Abruzzo ha segnato un incremento di 942 unità, mantenendo il ritmo di crescita degli ultimi cinque anni.

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