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Economia

Grande Pescara, per l'urbanista Zazzara va allargata ad altri comuni

L'ex docente di Urbanistica dell'università "d'Annunzio" di Chieti-Pescara ritiene che la nuova realtà vada ampliata e aperta ad altri comuni

La Grande Pescara ovvero il progetto di fusione dei comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore andrebbe allargato anche ad altri comuni.
A sostenerlo, come riferisce Ansa Abruzzo, è Lucio Zazzara, già docente di Urbanistica nell'università "d'Annunzio" di Chieti-Pescara.

Secondo Zazzara, l'ipotesi della "Grande Pescara" nega «l'idea, a lungo coltivata nel dibattito regionale, di una città organizzata sul modello di una piccola metropoli che avrebbe dovuto riunire tutti i comuni e i territori che già condividevano risorse e potenzialità; da Silvi a Ortona, da Pescara a Popoli. Una città di circa 400 mila abitanti che avrebbe potuto sostenere a livello nazionale un ruolo determinante nel portare le istanze di sviluppo e rigenerazione dell'intero Abruzzo». 

Zazzara, riflettendo sull'esperienza delle città metropolitane istituite con la legge 56/2014, segnala che «queste nuove organizzazioni urbane hanno sostituito le Province corrispondenti e stanno dimostrando che un coordinamento di Comuni può produrre effetti più che benefici sui territori in termini di coordinamento e condivisione di servizi essenziali». Per quanto riguarda la nuova realtà che dovrebbe costituirsi, secondo Zazzara «la metropoli pescarese può nascere anche al di fuori della legge 56, mediante aggregazione volontaria dei Comuni, con la spinta della Regione che può istituire un comprensorio di progetto speciale territoriale (articolo 6bis della legge regionale 18/83)».

Dal 25 maggio 2014, evidenzia Zazzara, quando con il referendum, «su un elettorato di 160 mila aventi diritto, 102 mila hanno votato e 65 mila circa hanno approvato l'istituzione del Comune di Nuova Pescara, l'idea di una città comprensiva di almeno 23 comuni non solo non è decaduta, ma si è alimentata di molte nuove circostanze ed esigenze di politiche adeguate. In primo luogo il sistema infrastrutturale, spina dorsale di un territorio che comprende l'asse Pescara-Chieti (con ferrovie, aree produttive, aeroporto, interporto), l'università, il porto di Ortona, il nucleo alberghiero di Montesilvano, le aste fluviali del Saline, del Pescara e dell'Alento (che integrano i Parchi Gran Sasso-Monti della Laga e della Maiella). Quello che non si può sottovalutare è la percezione popolare e la necessità di un habitat esteso, corrispondente a una nuova idea d'uso del territorio, derivata dalla pandemia».

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