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VIDEO | Di Muzio (Panorama Park Passolanciano): "Dal 2016 non abbiamo più fatto un Natale: è il 40 per cento della stagione"

Il gestore dell'impianto del comprensorio sciistico parla dei problemi degli operatori e lamenta il fatto che si cercano i fondi, ma per progetti megagalattici e inattuabili

“Dal 2016 a oggi non abbiamo più fatto un Natale che è circa il 40 per cento della stagione”. Nelle parole di Fabrizio Di Muzio della società Panorama Park, proprietario e gestore degli impianti di Passolanciano, la sintesi dei problemi che vivono gli operatori del comprensorio sciistico Passolanciano-Majelletta su cui è esploso lo scontro, anche politico, dopo che il sindaco di Lettomanoppello Simone Romando D'Alfonso ha denunciato pubblicamente con un video, i disagi che ogni fine settimana vivono territorio e utenti con questi ultimi che dopo ore di fila sono costretti a tornare indietro dovendo chiudere la strada che conduce agli impianti perché i parcheggi sono pieni. Ragioni di sicurezza di fronte alle quali non si può fare diversamente, ma che hanno ricadute importanti sui territori circostanti hanno denunciato sette sindaci del versante Pescarese.

Parole che Di Muzio ha pronunciato a margine della conferenza stampa tenutasi dai sette sindaci che alla Regione ora chiedono chiarimenti sulla reale disponibilità dei fondi.

Una situazione irrisolta che per gli operatori non ha colori politici, ma che va affrontata perché sono proprio loro a pagare alla fine il dazio più alto. Il cambiamento climatico in questo scenario, a sottolinea Di Muzio, non aiuta visto che di neve non ce n'è e il sistema di innevamento che si sarebbe dovuto realizzare con i 22 milioni di fondi Masterplan a disposizione, non è mai stato realizzato. Un progetto comunque “sbagliato”, afferma così come lo sarebbe stato quello precedentemente realizzato dalla provincia di Chieti “e poi finanziato per poter accedere a nuovi fondi per realizzare la struttura”.

“Il problema fondamentale è che tutti questi soldi sono stati messi in una maniera non definita per cui sono stati trovati i fondi per poi decidere quali erano le opere da fare”. Insomma soldi sì, ma una reale progettazione no con gli operatori della montagna che un ruolo attivo anche in quelli realizzati e per Di Muzio inattuabili, non lo avrebbero avuto.

Tra l'altro “la gestione della stazione non è più quella di vent'anni fa” spiga e questo sia per il clima che è cambiato, sia perché “i costi sono lievitati in maniera esponenziale per cui abbiamo necessità di poter lavorare almeno 80-90 giorni l'anno e questo non accade”. In merito ai problemi che si riscontrano nel fine settimana quando le persone sono costrette a tornare indietro Di Muzio ribadisce come questa sia una questione di sicurezza che si traduce però “nell'insoddisfazione dei clienti perché stare tre o quattro ore in fila a Lettomanoppello e poi tornare indietro mi sembra sia un grosso deficit per la stazione”. Problemi comuni a chi opera nel comprensorio Passolanciano-Majelletta tanto che all'incontro alcuni di loro erano presenti, da quelli che organizzano ciaspolate ai ragazzi della neonata associazione di Lettomanoppello “Bad Team” che proprio sul turismo della montagna puntano e che si trovano già ad affrontare questi primi grandi problemi.

Per Di Muzio pensare di far di Passolanciano-Majelletta un riferimento nazionale è una cosa che non sta né in cielo né in terra, ma il suo potenziale nella sua dimensione è comunque grande ed è a questo che bisogna guardare. “Dobbiamo pensare a gestire questa stazione al meglio in questa dimensione e per farlo ci vogliono pochi soldi, non grosse cifre: ci vogliono progetti compatibili con la nostra situazione e non progetti megagalattici. Guardate Prati Di Tivo: gli stessi 20 milioni sono stati spesi ed è ferma da quattro anni”.

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