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I 5 problemi dello smart working, tra solitudine, convivenza forzata, costi e sedentarietà

L’ambiente domestico è il luogo più odiato per lavorare

Il lavoro agile, o smart working, è ormai molto diffuso. “Nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria, oltre sei milioni e mezzo di lavoratori dipendenti italiani, circa un terzo del totale e dieci volte di più rispetto ai 570mila del 2019 hanno sperimentato questa modalità” secondo una recente ricerca dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano.

Tuttavia lavorare da casa, per quanto offra innegabilmente grandi vantaggi, ha evidenziato in questi mesi degli effetti negativi.

Secondo un’indagine condotta da Nibol, la startup dell’ufficio diffuso, l’ambiente domestico è il luogo più odiato per lavorare.

A questa conclusione si giunge dopo aver rilevato 5 problemi comuni dello smart working.

Al primo posto c’è la solitudine, perché lavorare da casa non offre alcuna possibilità di una chiacchiera o un incontro in presenza con colleghi e clienti.

La condivisione forzata degli spazi di casa non piace, soprattutto con figli che seguono la didattica a distanza, compagne/i in smartworking e animali domestici. La convivenza in una stessa stanza e la condivisione di computer e connessione internet sono motivo di stress per chi lavora da casa.

Per il 20% degli smart worker, lavorare da casa significa perdere completamente il work-life balance: lavorare nello stesso luogo in cui si cucina, ci si rilassa sul divano consente una continua invasione dell’ambito professionale in quello privato e viceversa. Con il rischio di passare l’intera giornata in pigiama o di fare call mentre si mangia.

Anche i costi sono tra i problemi dello smart working: lavorare da casa è causa di costi extra che non si avrebbero se si lavorasse in ufficio, al bar o in uno spazio di coworking: bollette, ma anche la spesa per preparare il pranzo.

All’ultimo posto della classifica pesa la sedentarietà, l’impossibilità di muoversi anche solo spostandosi dalla propria scrivania a quella del collega. In più, stando sempre in casa, la tentazione di aprire la dispensa e trovare qualcosa da sgranocchiare tra una videocall e un’altra, è dietro l’angolo.

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