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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

I sindacati temono la perdita di 600milioni di euro di lavori (fondi pnrr): chiesto un incontro alla Regione

Lo scontro politico va avanti da giorni, ma per i sindacati la priorità è quella di agire e tutelare occupazione e imprese. Pescara la provincia che rischia di perdere più fondi solo in relazione al piano nazionale di ripresa e resilienza, per un totale di circa 28 milioni di euro

I sindacati temono la perdita delle risorse pnrr e chiedono alla Regione un incontro per fare chiarezza e prevenire i rischi. Guardando ai numeri Pescara sarebbe la provincia che, solo di pnrr, rischierebbe di perdere 27,9 milioni di euro seguita da Chieti con 20,5 milioni. Guardando ai finanziamenti in generale, invece, a essere messa peggio sarebbe Cheiti che rischia 218,1 milioni di euro con le altre tre province, Pescara inclusa, che vedrebbero andare in fumo 114.4 milioni di euro. Complessivamente a rischio di sarebbero 600 milioni di euro di lavori denunciano Aniem Abruzzo, Cna Costruzioni, Fillega Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil entrando nel dibattito che da giorni va avanti con un serrato botta e risposta nel mondo della politica.

Lo scontro politico

A scatenare lo scontro è stato nelle settimane scorse lo studio Openpolis che aveva quantificato in mezzo miliardo di euro la perdita dei fondi dopo la revisione fatta sul pnrr dal governo. Ad attaccare era stato per primo il deputato dem Luciano D'Alfonso lamentando la cancellazione di 1.861 progetti: 27 quelli di Pescara per quei circa 28 milioni a rischio di cui parlano oggi i sindacati.

Anche il senatore Fina (Pd) era intervenuto parlando di “mazzata per territori e cittadini” vista la possibile cancellazione di alcuni progetti “epocali” che si dovrebbero realizzare su tutto l'Abruzzo compresa la riqualificazione di piazza Alessandrini a Pescara, aveva dichiarato, su cui proprio D'Alfonso è tornato a lamentare la messa in posa del cantiere, ma l'assenza degli operai.

A difendere l'operato del governo erano scesi in campo i parlamentari abruzzesi di Fratelli d'Italia Etelwardo Sigismondi, Guido Liris e Guerino Testa che hanno spiegato la rimodulazione come “necessaria al fine di evitare la perdita dei finanziamenti per l'Abruzzo” perché inserire un progetto tra quelli da finanziare, avevano specificato, non vuol dire poi ottenerli i fondi per realizzarlo. Insomma una manovra per evitare, visti i tempi stretti, di perderli i fondi.

A rassicurare è stato anche il presidente della Prima commissione affari costituzionali della Camera e coordinatore regionale di Fratelli d'Italia Nazario Pagano che dopo un confronto con il ministo per gli Affari europei, le politiche di coesione e appunto il piano nazionale di ripresa e resilienza Raffaele Fitto, aveva riferito come dallo stesso sarebbero arrivate parole positive sul fatto che le opere previste in Abruzzo sarebbero state rifinanziate.

Parole cui avevano replicato i consiglieri regionali del Pd, gli stessi Fina e D'Alfonso e il coordinatore regionale del partito Daniele Marinelli per i quali si tratterebbe solo di parole “vaghe e formali”, aveva detto quest'ultimo. “Gli esponenti di Fratelli d'Italia, emulando lo stile più proprio del Presidente Marsilio, invece di difendere l'Abruzzo vestono la maglietta del loro partito, infischiandosene della nostra regione”, avevano aggiunto sottolineando che nelle risposte date non vi era traccia su quali sarebbero i fondi alternativi che si utilizzeranno.

I timori dei sindacati

Per i sindacati che ora chiedono l'incontro alla Regione il quadro è preoccupante e il rischio è quello di perdere “la più grande e importante occasione di rinascita del settore. Il problema investirà tutti gli appalti sia quelli a sei e più zeri, sia i lavori di minore e media entità, sottoposti alla stessa rigidità dei grandi interventi”, affermano sottolineando che da parte loro non vogliono entrare nella polemica delle responsabilità, ma capire che fine faranno i progetti e fare di tutto per salvarli.

“Tutto questo perché - sottolineano congiuntamente - è interesse comune e primario salvaguardare il contesto occupazionale delle imprese abruzzesi che potrebbe essere definitivamente compromesso dalla perdita dei finanziamenti Pnrr, generando ricadute dannose per le famiglie dei lavoratori e per gli stessi enti locali chiamati a scongiurare il concreto pericolo di dissesto finanziario”.

“Se da una parte il governo, rendendosi conto delle incognite legate all’iter serrato del pnrr sta spostando gli appalti sul fondo complementare, dall’altra non è chiaro con che tempi ciò accadrà e non vi è certezza alcuna sulla fattibilità della copertura. Da parte istituzionale – proseguono - serve agire, anche per capire che tipo di ripercussioni ci saranno sui contratti in essere, situazione, questo stallo, che crea allarme e disagio non solo per i Comuni ma anche per le imprese e gli altri soggetti che si sono già visti aggiudicare risorse per interventi che in molti casi avevano già preso il via”. Il settore più a rischio resta quello edile e una crisi di questa portata, concludono, l'Abruzzo non può permettersela perché “il comparto sta facendo i salti mortali per non perdere questa opportunità e per onorarla e merita un orizzonte più definito di quello attuale”.

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