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Martedì, 30 Aprile 2024
Economia

In Abruzzo l'export torna a crescere: 2023 molto positivo, ma i numeri di cinque anni fa sono lontani

Segnali importanti di ripresa quelli che arrivano con Pescara che è la provincia che fa meno bene delle altre. Un più 13,6 per cento che permette alla regione di fare molto meglio rispetto alla media nazionale, ma se si guarda al lungo periodo il parametro si inverte: lo studio di Aldo Ronci per la Cna

Sorride l’export abruzzese in sede di bilanci, ma solo a metà. Lo dice lo studio realizzato da Aldo Ronci per conto di Cna Artigiani imprenditori d’Italia Abruzzo su dati dell’Istat e di Coeweb. Analisi che mette nero su bianco un risultato che se è sostanzialmente positivo per il 2023, segnala invece ancora grandi criticità nell’analisi di medio periodo.

“Nel 2023 si è registrato un incremento di un miliardo e 209 milioni, corrispondente al 13,6 per cento: questo, a fronte di una crescita nazionale pressoché nulla, ha permesso all’Abruzzo di rimanere al quarto posto della graduatoria nazionale”, sottolinea Rocni rimarcando però che la prospettiva cambia e non di poco, nel confronto con il resto del Paese, se invece s’inquadra un arco di tempo più lungo, ovvero quello che abbraccia il quinquennio che va dal 2018 al 2023. Questo perché, prosegue l'economista, “in questo periodo l’export abruzzese è cresciuto solo del 14,9 per cento, ovvero la metà di quello nazionale (più 34,6 per cento), piazzando l'Abruzzo al terzultimo posto della graduatoria nazionale, prima delle sole Val d’Aosta e Basilicata”.

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Insomma, resta ancora molto cammino da fare per recuperare il terreno perduto. Ovviamente, nel 2023 il miglior contributo ad accrescere il valore delle nostre esportazioni l’hanno fornito i due settori storicamente trainanti, ovvero mezzi di trasporto e farmaceutico che vantano nella nostra regione storici grandi insediamenti di multinazionali nell'area della Val di Sangro: con un miliardo e 81 milioni di euro (679 dei quali provenienti dall’automotive, 402 dal farmaceutico), infatti, i due comparti contribuiscono in modo determinante a risalire la china. Ma anche in questo caso, guardando al 2018, il piatto continua a piangere, perché rispetto ad allora ai volumi delle esportazioni dei mezzi di trasporto mancano all’appello ben 584 milioni.

Quanto al complesso delle altre produzioni (in termini di incrementi il 2023 ha visto un aumento del 2,6 per cento dei due citati settori trainanti) la loro massa globale supera comunque il 50 per cento del totale, con oltre 5 miliardi: in questo caso, le migliori performance sono da assegnare ai prodotti alimentari (con 56 milioni in più e un incremento del 7 per cento); al tessile e abbigliamento (82 milioni e un incremento 20,1 per cento); agli articoli in gomma e plastica (33 milioni e un incremento del 4,3 per cento).

Le variazioni dell’export nelle province abruzzesi sono state disomogenee, anche se hanno registrato tutte aumenti, con Chieti di 647 milioni; L’Aquila di 301; Teramo di 178; Pescara di 83. Volumi assoluti a parte, è il teramano a segnalarsi per completezza e versatilità delle sue produzioni, segnando importanti incrementi nella farmaceutica(più 43 per una crescita del 57,9 per cento), nei prodotti tessili e nell’abbigliamento(più 5 pari a un 18.5 per cento di crescita) e nei prodotti alimentari (più 26 per un 14,7 per cento in più).

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