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Cronaca

Bimba rom rifiutata in una palestra di Pescara, parla il titolare: "Nessun razzismo"

Il titolare della palestra Yale, al centro della polemica riguardante il rifiuto di iscrivere una bambina rom, nega le accuse di razzismo e dichiara: "Non c'era posto, sono stato insultato"

Si discute in città della vicenda riguardante una bambina rom pescarese, rifiutata in una palestra per motivi, secondo i familiari, legati al razzismo.

Ieri il Presidente della Fondazione Romanì Guarnieri aveva parlato di "caccia alle streghe" e razzismo diffuso nei confronti dei rom, mentre i genitori della bambina avevano denunciato l'accaduto raccondando la propria versione dei fatti, ovvero che il titolare della palestra aveva esplicitamente fatto capire che non c'era posto per la bimba dopo aver capito che si trattava di una rom, dopo che al telefono, invece, era stato detto che c'era posto nei corsi di nuoto e danza.

La bimba sarebbe scoppiata in lacrime dopo il litigio con urla ed insulti nella palestra, tanto da non volere più andare a scuola. Guarnieri ha sottolineato come la famiglia in questione è pienamente integrata in città.

LA REPLICA Il titolare della palestra, la Yale, su Il Centro ha dato la sua versione dei fatti: "Non c'era posto nei corsi di nuoto e danza, nessun razzismo. Ho tre bambine rom che frequentano la mia palestra senza problemi. Qui è un fatto di educazione" ha detto negando anche la presunta telefonata precedente all'arrivo nella struttura da parte della famiglia, ed aggiungendo di essere stato insultato ed urlato davanti alle persone presenti e per questo intende presentare querela. "Mi dispiace per la bambina, ma sono stati i genitori, e in particolare la madre a ricoprirmi di insulti e parolacce"

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