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La riflessione di un cittadino pescarese: "Si pensa alla Nuova Pescara ma si litiga ancora per le processioni nei quartieri"

Un nostro lettore, cittadino di Pescara, evidenzia come le polemiche attorno alla questione del percorso della via Crucis fra il centro città e Porta Nuova siano paradossali se si pensa ad un futuro amministrativo assieme a Montesilvano e Spoltore

I cittadini sono davvero pronti per la Nuova Pescara, mentre si discute e si fanno polemiche campanilistiche in città sulle processioni religiose nei quartieri? A porre alcune riflessioni e considerazioni è un nostro lettore, cittadino pescarese di famiglia pescarese da generazioni, che interviene dopo l'annuncio dell'arcidiocesi di Pescara - Penne riguardante la tradizionale via Crucis del venerdì santo, che quest'anno si terrà solamente nel quartiere di Porta Nuova, lasciando il centro città senza il passaggio del corteo religioso:

"Trovo alquanto paradossale e anche grottesco che una città che si appresta a vivere una fusione amministrativa con altri due comuni, uno dei quali di grandi dimensioni (Montesilvano), sia ancora animata da dibattiti e polemiche campanilistiche fra due quartieri, il centro (Castellammare) e Porta Nuova che si "contendono" la processione del venerdì santo. Premetto di essere credente e di provenire da una famiglia di persone cattoliche, quindi la questione dovrebbe coinvolgermi emotivamente. Ed effettivamente fin da bambino ero affascinato da questo rituale che avveniva prima della Pasqua, il passaggio della via Crucis, delle statue e dei partecipanti che mi ha sempre colpito. Lo scorso anno, ricordiamo tutti il clamore che aveva suscitato la decisione di ridurre il percorso al solo centro cittadino, lasciando Porta Nuova esclusa quando da sempre la processione aveva attraversato il ponte proprio per unire le due parti della città. Addirittura vi erano stati commenti e mozioni politiche parlando di un atto discriminatorio, e sui social e fra i tavolini dei bar la cittadinanza si era scatenata con commenti più o meno coloriti.

Personalmente ho ritenuto allora e ritengo anche adesso queste polemiche inutili e anche testimonianza di uno scarsa maturità per quanto riguarda il senso civico dei cittadini. Se rivendicare l'appartenenza ad uno dei quartieri della città è legittimo (anche se ricordiamo che Pescara è una città relativamente giovane e dunque non è assolutamente paragonabile a realtà molto più antiche, storiche e radicate come ad esempio Siena e le sue contrade), litigare per il corteo sacro del venerdì santo è davvero paradossale. Anche perchè, se davvero lo si vive con spirito cristiano, non è certo attraversare il ponte per partecipare comunque al rito il problema.

E dunque veniamo al punto, la domanda che mi pongo è questa: siamo davvero pronti alla fusione fra Pescara, Montesilvano e Spoltore? Non solo dal punto di vista strettamente burocratico e amministrativo, ma anche e soprattutto dal punto di vista culturale e sociale. Parliamo di tre realtà differenti, con tradizioni e storie differenti, e dunque sarà fondamentale creare non solo sulla carta uno spirito unitario per la Nuova Pescara, ma anche fra la gente, nella vita quotidiana. Questo punto è cruciale e indispensabile per la riuscita vera della fusione. E se prima non si mettono da parte questi piccoli ma ancora radicati campanilismi, sarà difficile accogliere come propri concittadini i circa 70 mila nuovi abitanti della Pescara del futuro"

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