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VIDEO | Taglio degli alberi indiscriminato, in Abruzzo è "alberofobia" per il Wwf: "Regole da rivedere, serve un tavolo tecnico"

L'associazione presenta un documento redatto con la cooperativa Cogecstre: impossibile fare un bilancio complessivo dei tagli effettuati, ma sulle valutazioni di impatto e la manutenzione del verde le criticità sono troppe ed è tempo di intervenire

In Abruzzo è “alberofobia”. Così la definisce il Wwf che oggi ha fatto il punto su tagli boschivi tagli nelle città e tagli lungo i viali alberati dei comuni e le strade provinciali e statali del territorio. Categorie queste ultime in cui tanti sono stati i casi finiti agli onori delle cronache come avvenuto nel 2018 con il taglio di 120 esemplari di pino nero sull'altipiano delle Cinque miglia, fino ai 20 alberi “vecchi” 70 anni e tagliati in via Diaz a Città Sant'Angelo per arrivare al caso della rovella di Moscufo tagliata dall'Anas pochi mesi fa.

Temi differenti quelli che riguardano i tagli degli alberi in città o nelle zone limitrofe e nelle zone boschive, ma su cui oggi l'associazione avanza richieste chiare per evitare un indiscriminato abbattimento che rappresenta un danno per l'ecosistema, denuncia il Wwf, ma anche per il benessere delle persone. Un tema che a Pescara tiene banco quasi quotidianamente quello del taglio degli alberi e che ora, a valere su tutto il territorio, è stato analizzato dall'associazione e dalla cooperativa Cogecstre nella persona di Caterina Arnese, con un documento che cerca di fare chiarezza e avanzare proposte. Documento redatto in vista della giornata nazionale degli alberi.

Fare un bilancio complessivo su quanti ne siano “scomparsi” è impossibile soprattutto in riferimento alle manutenzioni delle aree boschive spiega la delegata abruzzese del Wwf Filomena Ricci. “Sul sito della Regione ci sono una serie di interventi pubblicati. Sono quelli che vanno a valutazione di incidenza ambientale delle aree protette, dei siti protetti Natura 2000 – spiega -. Luoghi molto interessanti dal punto di vista naturale e dove si trovano specie uniche al mondo come l'orso bruno marsicano, tanto per citarne una”.

conferenza alberofobia wwf

Qui, denuncia l'associazione i problemi sono tanti. Come si legge nel documento redatto, infatti, dalle procedure Vinca (Valutazione di incidenza ambientale) sarebbero “approssimative, carenti e tali da non permettere un'analisi oggettiva e realistica degli impatti che gli interventi di taglio possono avere sugli ambienti tutelati”. Ci sono poi “progetti che 'dimenticano' di valutare intere categorie di animali, come insetti o che valutano nulli gli impatti del taglio su specie tipicamente forestali come il gufo reale o il gruppo dei chirotteri che possono utilizzare le cavità presenti sui tronchi di alberi maturi come siti produttivi”. Stessa approssimazione che si ritroverebbe anche sui periodi di taglio essendo previsti interventi, denuncia l'associazione, anche a marzo e luglio “mesi che dovrebbero invece essere esclusi per la nidificazione dell'avifauna”. Carenze che riguarderebbero anche la scelta su quali siano invece gli alberi da non abbattere per cui non sarebbe specificato il diametro.

Partendo dal presupposto che l'albero di per sé non costituisce un pericolo il Wwf chiede quindi che siano definite delle linee guida per la redazione della valutazione di incidenza ambientale, che sia condotta un'analisi sugli habitat tutelati che si trovano nella zona interessata in riferimento alla direttiva europea che li regola, che le valutazioni ambientali validate siano quelle che prevedono anche l'analisi di tutti i possibili impatti che i tagli possono avere sulle componenti floristiche e faunistiche del territorio, che si indichi quel diametro per le piante su cui non si ha intenzione di procedere, che i periodi siano consoni al rispetto delle specie animali e non, che si proceda ad analisi degli effetti cumulativi quando si intende tagliare in uno stesso posto più volte in uno specifico arco temporale e che venga indicata la quantità esatta di necromassa da rilasciare nel bosco per evitare impatti negativi sugli ecosistemi. A questo proposito, aggiunge Arnese, sarebbe il caso che la Regione che una legge forestale l'ha fatta, ora redigesse il regolamento prevedendo proprio queste misure.

Discorso a parte quello che riguarda il taglio degli alberi in città o sui viali alberati. In questo caso un problema di normativa c'è laddove, spiega il Wwf, la responsabilità è tutta in capo alle amministrazioni che dunque deve tenere alta la guardia sulla sicurezza. Il problema però è nell'evitare che piante che potrebbero non essere abbattute finiscano invece per sparire. Fondamentale in questo senso, spiega Ricci, “la manutenzione del verde e come si gestiscono gli alberi. Se vengono potati e non ingabbiati nel cemento possono crescere bene senza rappresentare un pericolo. Un albero non è un pericolo solo per esserci”, chiosa.

A darle manforte anche Nicoletta Di Francesco, presidente del Wwf Pescara-Chieti che ribadisce come errori ne siano stati fatti, anche a Pescara, ma che questo dipende anche da quella responsabilità che è in capo totalmente alle amministrazioni. “Questo però non vuol dire che gli alberi devono essere tutti tagliati”, sottolinea spiegando che il problema è di tutte le città. “Andrebbero fatte maggiori valutazioni e molto più attente. Analisi approfondite insomma prima di decidere per il taglio anche perché spesso si prendono queste decisioni perché legate all'esigenza di nuove costruzioni. In realtà andiamo però a danneggiare un patrimonio arboreo che appartiene a tutti. Non si tiene conto del valore dell'albero sia da un punto di vista estetico, ma anche dei benefici che porta a tutta la città". 

Nel documento redatto il Wwf denuncia quindi come allo stato attuale delle cose, si assista “ad un depauperamento del patrimonio arboreo alquanto generalizzato” e fatto di “abbattimenti, capitozzature e potature errate e scelte illogiche nelle zone a verde pubblico. Quasi una vera alberofobia” determinata da “decisioni prese spesso sulla base di valutazioni inadeguate, affrettate e poco rigorose”.

Per questo la richiesta di un tavolo tecnico aperto anche ad enti e associazioni che funga, conclude Ricci, come organo in grado di dare direttive e linee guida chiare su come e dove intervenire per la tutela del patrimonio arboreo sia esso cittadino o boschivo.

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