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VIDEO | Ucraini in piazza: "Con la guerra nessuno ha un futuro"

Il monito di una ragazza ai giovani italiani e di tutto il mondo: "Non restate fermi perché la guerra non è lontana e come oggi prendono casa nostra, domani potrebbero prendere la vostra"

“Se noi adesso non spegniamo l'aggressione, questa dittatura, se non usciamo e non facciamo niente per conquistare la pace e la libertà non potremo avere nessun futuro, né per noi né per i bambini che nascono. Vi prego non state a casa a pensare che la guerra sia solo nostra e che l'Ucraina sta dall'altra parte del pianeta: sta a 2mila chilometri da casa vostra e se oggi prende casa nostra, domani prende la vostra. Noi non vogliamo la guerra, noi siamo stati attaccati, stanno provando a toglierci dalla faccia della terra e sapete perché? Solo perché vogliamo vivere liberi, perché vogliamo parlare la nostra lingua, la democrazia, la pace e un mondo senza guerra: quindi pensate per non trovarvi un domani come oggi siamo noi”. E' giovane, è ucraina ed è proprio ai giovani italiani, e non solo a loro, che da i microfoni de IlPescara lancia il suo appello.

Lo fa da piazza Salotto dove diversi cittadini ucraini si sono uniti alla manifestazione organizzata da PeaceLink cui hanno aderito Prc-Se, associazioni e sindacati. Una manifestazione nella manifestazione che ha visto qualche tensione lì dove alcuni hanno chiesto che la Nato intervenga in difesa dell'Ucraina. I più, però, seppur pronti a difendersi, chiedono la pace. Intonano l'inno, tante le donne presenti, le bandiere che sventolano e le lacrime. Tutti hanno parenti e amici a Kiev e in altre zone del Paese, Una donna, in lacrime, ci racconta del figlio che con la moglie e la piccola di tre anni, ha trascorso la notte nei sotterranei del palazzo dove vive e se dovrà, andrà a combattere. Un'altra ci parla di quella voglia di libertà che l'Ucraina vuole da secoli perché dalla Russia, loro, si sentono da sempre soggiogati. Una donna ci parla in Ucraino perché è così che vuole lanciare il suo appello e spiegare che loro hanno parenti e amici in Russia e che dunque, se c'è un responsabile, è solo in Putin e nei suoi fedelissimi. Per loro chiede che ci si attivi per accusarli di crimini di guerra. Dall'Europa vogliono aiuto perché, dicono tutti, noi siamo europei. Sentimenti difficili, a volte contraddittori, ma tutti dettati dalla paura, il terrore, ma anche l'orgoglio di essere ucraini. Tutti però sono d'accordo su una cosa: “lasciateci vivere la nostra terra da persone libere”.

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