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VIDEO | Il dolore e la rabbia dagli ucraini: "In guerra dal 2014"

"Non è una guerra tra popoli, ma contro uno Stato che ci domina da secoli", raccontano, "I bambini nascono sotto le bombe: due neonati a Karkhiv sono già orfani"

“I bambini nascono sotto le bombe. A Karhiv ne sono nati due: una femminuccia e un maschietto. I genitori sono morti subito dopo sotto i bombardamenti, sono orfani dalla nascita: è questo che succede nel 2022”. Bastano queste parole di una donna ucraina che questa mattina, con tanti altri concittadini, ha partecipato alla donazione dei beni di prima necessità, anche medicine, che la Guardia di Finanza di Pescara ha voluto donare a don Dimitri nella chiesa Santissimo sacramento per l'adorazione. La chiesa è piena e il dolore si mischia alla rabbia per una guerra che, dicono tutti, poteva essere evitata se l'occidente avesse guardato con altri occhi ciò che accadeva nel Dombass nel 2014.

Non è, però, una guerra tra popoli come sottolinea un altro cittadino ucraino in Italia da oltre vent'anni: “non siamo imbecilli, contro le persone non abbiamo niente – afferma -, ma è con la politica, con lo Stato. E' così dai tempi dello zar. In Ucraina vivono tantissimi russi. Purtroppo il mondo occidentale forse non pensava si arrivasse a questo, ma ha sbagliato perché sono più di 300 anni che ci combattiamo”. Sulla solidarietà europea di oggi aggiunge: “E' un segnale positivo, ma ogni Stato pensa per sé e forse è normale, ma non lo è in questo momento. A questo ci siamo arrivati perché c'è sempre stato menefreghismo e non dovrebbe essere così”. Tra di loro anche un ragazzo, giovanissimo, che in Italia ci è arrivato quindici anni fa, ma che in Ucraina ha amici e parenti che sente ogni giorno e con loro si coordina per far arrivare il necessario a chi rimane. “Se ne vanno solo le ragazze con i bambini – ci dice quando gli chiediamo se qualcuno dei suoi amici è riuscito a scappare -, nessuno ha intenzione di fuggire”.

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