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VIDEO | Sempre più famiglie pescaresi sovraindebitate: dietro lo spettro dell'usura che con le organizzazioni criminali cambia pelle

Tassi di interesse fino al 300 per cento per chi si affida alla malavita per risolvere i suoi problemi economici: un fenomeno sempre più di "abusivismo finanziario" che colpisce famiglie e settori strategici come turismo e ristorazione: all'alberghiero De Cecco il convegno per informare e formare i giovani contro il fenomeno

Famiglie pescaresi sempre più sovraindebitate e dietro di loro aleggia lo spettro dell'usura, un fenomeno che cresce e cambia pelle. Uno spettro che non solo mette in ginocchio le famiglie, ma anche le attività con quelle legate alla ristorazione e il turismo particolarmente colpite secondo gli ultimi studi della Confcommercio nazionale.

Per questo la dirigente scolastica dell'istituto alberghiero Ipssar De Cecco Alessandra Di Pietro ha voluto che i ragazzi partecipassero al convegno organizzato dalla scuola per parlare proprio di usura che in quei settori strategici. sottolinea, colpisce particolarmente il Mezzogiorno. “Vogliamo dare ai ragazzi strumenti di informazione e formazione – dichiara -; dare consapevolezze e responsabilizzare sul tema della legalità”.

A cambiare è il fenomeno stesso, come ha sottolineato nel suo intervento Vito Casarella, comandante del gruppo tutela economica del nucleo di polizia finanziaria della guardia di finanza. Oggi l'usura è “abusivismo finanziario” perpetrato da organizzazioni criminali che hanno creato una sorta di rete parallela a quella legale e dunque in un'articolazione ben più complessa anche da smascherare e contro cui le forze dell'ordine sono quotidianamente impegnate. Forme più note restano, ma nel complesso una nuova usura c'è e i danni che ne conseguono non cambiano, anzi si aggravano in una situazione di crisi come quella che si sta attraversando da ormai due anni e determinata prima con il covid e ora con dalla crisi economica dettata anche dai rincari energetici. 

Che l'usura a Pescara sia sempre più presente lo conferma il segretario regionale dell'associazione Codici Abruzzo Giovanni D'Andrea. Cresce il fenomeno, ma non le denunce, sottolinea: di paura ce n'è sempre tanta. Che però sia sempre più radicata nel territorio lo dimostra il fatto, spiega, che agli sportelli dell'associazione si rivolgono sempre più persone che vivono situazioni di sovraindebitamento che sono incapaci di fronteggiare. I dati ultimi sono del 2020 precisa, quando l'Abruzzo era già in altissima classifica e seconda solo a Campania, Calabria e Sicilia per usura.

“Un debito contratto può avere interessi del 200-300 per cento – prosegue D'Andrea -. Le grandi organizzazioni criminali in Abruzzo adoperano la manovalanza. Ci sono famiglie rom e altri usurai legati ad organizzazioni camorristiche e 'ndranghetistiche. Ci sono tutte, anche la Sacra corona unita”. Se le denunce sono poche perché le paure sono troppe, agli sportelli dell'associazione Codici comunque le persone si rivolgono in cerca d'aiuto e la rete a quel punto cerca di attivarsi per far sì che si possa uscire da una situazione da cui, da soli, è impossibile farlo.

“I cittadini – conclude il segretario regionale di Codici – si possono rivolgere ai nostri sportelli. Noi possiamo mettere loro a disposizione un avvocato esperto e se vogliono denunciare predisponiamo l'esposto alla procura della Repubblica e tutte le carte necessarie per fare richiesta di finanziamento per il sovraindebitamento”.

Al convegno hanno partecipato anche Nicola Trifuoggi, magistrato e consulente giuridico di Codici Abruzzo, Ernesto Grippo comandante della polizia municipale di Roseto e don Antonio De Grandis presidente del tribunale ecclesiastico Abruzzo e Molise. All'incontro erano presenti anche il questore Luigi Liguori e il vicepresidente del consiglio regionale Domenico Pettinari.

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