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Venerdì, 26 Aprile 2024

VIDEO | Ucraina, Alerhus (nessuno escluso): "Grazie Pescara"

Nella stanza dell'Udc al Comune di Pescara inizia la raccolta di beni e medicinali, la presidente dell'associazione: "Crediamo nella pace, ma l'Europa può fare di più"

“Ringraziamo tutti i pescaresi e gli abruzzesi perché sono molto interessati a dare una mano al popolo ucraino”. Kateryna Alerhush, presidente associazione interculturale ucraina 'Nessuno escluso', parla di “grande cuore” della città e della regione nel dare sostegno a chi fugge dalla guerra. Da oggi, in Comune e per la precisione nella stanza consiliare dell'Udc, inizia la raccolta dei beni di prima necessità per chi si trova ancora in Ucraina, come riferisce il capogruppo Massimiliano Pignoli. Dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dal lunedì al giovedì dalle 17 alle 19, chi vorrà, potrà donare cibo per bambini a lunga conservazione, latte in polvere, pasta, olio d'oliva, olio di semi e di girasole, riso, caffè, tè in bustine, cioccolata spalmabile, marmellata, minestrine, biscotti, tonno in scatola, zucchero, sale e farina. Sarà proprio la Alerush a farsi carico di far arrivare tutto in Ucraina passando per la Polonia e, assicura Pignoli, tutto sarà documentato perché “niente verrà buttato, ma tutto consegnato”.

Dal Paese, fa sapere la presidente, arrivano però anche altre richieste perché i feriti hanno bisogno d'aiuto. Ha stilato anche lei un elenco di ciò che chiedono a cominciare dai kit di pronto soccorso, antinfiammatori, antibiotici, garze e bende, salviettine umidificate per i bambini, termometri, ma anche tachipirina e teli antigelo. Sì perché oltre alla guerra, l'Ucraina è anche nella stretta del gelo.

Alla Alerush chiediamo cosa raccontano le persone che sono ancora al di là del confine, se pensano che questa guerra finirà in fretta o se hanno paura che la situazione possa precipitare: “non c'è nessuna sicurezza che la guerra finisca oggi o domani, anche l'incontro diplomatico non è stato chiaro perché Putin vuole occupare tutto il mondo. Noi non sappiamo come finirà, ma il popolo ucraino chiede al suo presidente e che arriverà la pace”. Tanti i Paesi europei che, oltre agli aiuti umanitari, hanno deciso di inviare armi in Ucraina. Era questa la risposta che ci si aspettava? “Sì, ma si potrebbe fare di più. Dovrebbero prendere una decisione più drastica per poter fermare questa guerra”. Per lei, dunque, resta auspicabile un intervento della Nato.

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