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VIDEO | Pronto Soccorso, Pettinari (M5s): "Il problema è politico, pronto allo sciopero della fame"

Il vicepresidente del consiglio regionale si è incatenato stamattina davanti al presidio ospedaliero dopo la morte di un novantenne che per 8 ore non sarebbe neanche stato visitato: "La soluzione c'è, ma è la regione che deva attuarla"

“La soluzione c'è ma non viene adottata”. Con queste parole il vicepresidente del consiglio regionale Domenico Pettinari (M5s) definisce “politico” il problema del pronto soccorso di Pescara e il suo gesto, quello di incatenarsi davanti al presidio, ha un significato preciso: inutile continuare a fare interpellanze e interrogazioni che fino ad oggi non hanno portato a nessun intervento concreto, denuncia, “servono solo gesti forti ed eclatanti per arrivare all'organo di governo attivo: la Regione”. Per questo, annuncia, se una programmazione non ci sarà e la soluzione che potrebbe portare ad una gestione migliore del pronto soccorso non sarà attuata, il prossimo passo sarà lo sciopero della fame.

La decisione di incatenarsi simbolicamente davanti all'ospedale, Pettinari l'ha presa dopo la denuncia pubblica di Luciana Ferrone, vicepresidente nazionale Cna Fita e presidente Cif della Camera di Commercio Chieti-Pescara che ha raccontato ieri delle otto ore di attesa dello zio novantenne, Bruno D'Attanasio, lasciato in corsia senza che nessuno lo visitasse, ha riferito, e alla fine deceduto.

“Questo è l'ennesimo caso – incalza Pettinari - Ogni giorno sono costretto ricevo centinaia di telefonate di persone che mi raccontano inferno del pronto soccorso”. La soluzione per Pettinari è semplice e attuabile: stanziare i fondi necessari per far sì che i bandi per il pronto soccorso non vadano più deserti. Alla Regione chiede di stanziarne quanti ne bastano perché ci siano 500 euro in più in busta paga, incentivando così chi oggi non vuole andare a lavorare nel posto in cui si rischia di più, a fare questo passo e risolvere il vero problema che attanaglia il presidio: la mancanza di personale. “Si trovano milioni e milioni per il ritiro di una squadra di calcio, anche più di 10 milioni e non si trovano 500 euro in più da mettere nelle tasche di quei medici che andrebbero ad operare in pronto soccorso? Se servirà farò anche lo sciopero della fame perché è a questo che siamo costretti. Onn posso più sentire queste storie: quest'uomo è stato per otto ore in pronto soccorso con il suo telefono, ha fatto l'ultima chiamata ed è morto chiedendo aiuto. Queste cose si possono capire in Africa, non in un Paese che si dice democratico e civile come il nostro”, conclude Pettinari.

Diversi i cittadini presenti per sostenere la sua protesta.

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