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Venerdì, 19 Aprile 2024

VIDEO | Carla Tiboni sul futuro dei Premi Flaiano: "Vogliamo restare a Pescara, ma senza certezze pronti ad andare via"

Nessuna polemica precisa, ma "una presa d'atto" sulle difficoltà di avere sicurezza sia sui finanziamenti sia sulla riqualificazione del Mediamuseum e la nascita del museo del cinema

“Vogliamo sapere qual è il nostro destino”. Poche semplici parole quelle della presidente dei Premi Flaiano Carla Tiboni che più che un appello sono una vera e propria richiesta di risposte chiare sia su quando il progetto per la realizzazione del museo del cinema che prevede una totale riqualificazione del Medimuseum partirà, sia su che posto occupano i Premi Flaiano nelle scelte della politica e dunque sul se certezze sui finanziamenti se ne avranno mai. “Vogliamo capire - aggiunge - se dobbiamo continuare a portare il nome di Pescara nel mondo o scegliere altre sedi forse più consone e che hanno più a cuore i premi”.

Se i cinquant'anni il premio nato a Pescara per volontà di Edoardo Tiboni e che continua ogni anno ad essere un riferimento culturale nazionale e internazionale si celebreranno in città, ancora una volta sul suo futuro si erge un gigantesco punto interrogativo. Sebbene la volontà sia quella di restare, la presidente sta seriamente valutando la possibilità di delocalizzarlo seguendo quel consiglio, racconta lei stessa, che l'appena scomparso Maurizio Costanzo diede proprio ad Edoardo Toboni quando gli prospettò la possibilità di portare la manifestazione a Roma.

Il progetto di riqualificazione cui parla è quello da un milione e 900mila euro, ricorda lei stessa, concessi dal ministero. Un progetto “realizzato dall'associazione – precisa Tiboni -, ma sul cui affidamento non abbiamo notizie” così come notizie non se ne hanno, riferisce, sui finanziamenti che Regione e Comune garantiranno ai premi per l'edizione numero 50. “Ci sono gli sponsor privati che ci hanno già confermato il loro sostegno e ringrazio le imprese abruzzesi che tengono alla crescita del territorio anche attraverso i finanziamenti alla cultura”, dice ribadendo che però dagli enti “non abbiamo ancora notizie e su questo ci deve essere un atteggiamento più solido e sicuro. Abbiamo necessità di lavorare nella consapevolezza di sapere su cosa possiamo contare per poter organizzare questo grandissimo evento che porta Pescara nel mondo e porta soprattutto il mondo a Pescara da tanti anni e che ha contribuito anche ad una internazionalizzazione di Pescara. Cosa questa – aggiunte Tiboni - che è molto importante per cultura e turismo che ormai vanno insieme e non possono essere staccati l'uno dall'altro”.

“Sicuramente noi abbiamo bisogno di maggiori certezze così come abbiamo bisogno di certezze sulla ristrutturazione e la creazione del museo del cinema. Qui abbiamo la possibilità di creare una realtà che non solo può creare lavoro, ma anche creare un indotto cultuale soprattutto per i giovani. Eppure non si muove nulla. Mi chiedo perché il Mediamuseum rimane indietro a tutto. Se non dovesse più esserci questa sinergia, se ci dovessimo accorgere che c'è un pregiudizio verso il premio noi, e questa non vuole essere presunzione, potremmo scegliere qualsiasi altra sede a cominciare da Roma”, ribadisce citando l'aneddoto di Costanzo e rimarcando che fu Edoardo Tiboni a volere che restassero nella città natale dell'eclettico intellettuale. I premi Flaiano “sono cresciuti, sono cambiati, sono diventati più moderni e la loro internazionalità contribuisce alla possibilità di poter scegliere qualsiasi sede. Noi vorremmo rimanere qui, ma portare il premio in un altro luogo non lo penalizzerebbe in alcun modo”.

“Non è possibile che la casa dei premi Flaiano sia ridotta in queste condizioni”, ha detto ancora nel corso dell'incontro scusandosi persino con i disabili per l'inaccessibilità al Mediamusum a causa dei danneggiamenti fatti alla rampa dell'ingresso principale loro riservata. “Niente ricatti e minacce – specifica -, ma io devo tutelare premi Flaiano e lo devo fare nel migliore dei modi perché questo è il mandato che mi ha dato il consiglio d'amministrazione. Se poi vorranno dialogare e parlare per eliminare questa precarietà siamo a disposizione. Certo è – conclude togliendosi un ultimo sassolino dalla scarpa – che alla Bit di Milano nel video di Pescara sul premio c'erano tre secondi con immagini da lontano della 45esima edizione e con presentatori che non sono più quelli del premio. Qualcosa nei confronti del premio sembra non vada e questa è ua presa d'atto”.

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