VIDEO | Orti urbani, i residenti: "Toglierli è un male sociale"
I cittadini chiedono all'amministrazione di fare sì un asilo, ma da un'altra parte: "Luogo di socialità che combatte il degrado", Italia Nostra: "Basta cementificare"
Non la creazione di un servizio, ma di un disservizio, con l'aggravante di andare a cementificare un'area verde, penalizzare i più fragili, penalizzare i residenti, soprattutto gli anziani e mettere la parola fine ad un'esperienza che, tra l'altro, sgrava economicamente l'amministrazione occupandosi proprio i cittadini della cura dell'area e di ciò che la circonda. I residenti di via Santina Campana che ormai da quattro anni si dedicano agli orti urbani dedicati, ironia della sorte, alla maestra Franca Anchini, chiedono alla giunta Masci di rivedere la decisione di mettere, proprio lì, un asilo nido. Cosa che chiederanno nella commissione comunale che sarà convocata per affrontare il problema e in cui a sostenerli ci saranno diverse associazioni, a cominciare da Italia Nostra e Diversi Uguali. Sì, perché in quel piccolo spazio nella zona dei Colli di Pescara, oltre al “Comitato abitanti di via Santina Campana” spazio lo hanno trovato anche i "ragazzi speciali" dell'associazione.
A chi pensa che sia l'affermazione di una sorta di privilegio dei cittadini che di quegli orti, gli unici in città, si occupano, replica Assunta D'Emilio: così non è dato che, in teoria, il primo giugno lo spazio andrà di nuovo a bando per essere assegnato, eventualmente, a nuovi gestori. Di quel bando, al momento, non vi è ovviamente traccia perché nelle intenzioni, come denunciato già dai consiglieri comunali del pd, c'è dunque quella di costruire un asilo nido. Cosa di cui, sottolinea D'Emilio parlando a IlPescara, c'è bisogno, ma quel luogo non è certo quello adatto. La residente ricorda come, prima del loro arrivo, l'area fosse nel degrado totale tra immondizia e spaccio serale. La presenza degli orti e l'abnegazione dei cittadini, ne ha fatto un piccolo gioiello verde che ora rischia di diventare grigio cemento. Un'abnegazione tale che, non solo agli orti, ma a tutto lo spazio circostante ha riservato attenzione. “Si è innescata una virtuosa attività di cittadinanza attiva perché i residenti hanno adottato anche un altro pezzo di terra facendone un parco e tengono pulite anche tutte le scarpate intorno dando tra l'altro un notevole contributo economico all'amministrazione che non si deve occupare della manutenzione della zona”, sottolinea. “Si è vista nascere socialità, cooperazione e rapporti di vicinato. Pensate al tempo del covid: forse questo era l'unico spazio in cui, almeno da lontano, le persone si potevano incontrare seppur da lontano”.
Fare un nido qui “nel nulla”, sottolinea sorridendo, non avrebbe dunque senso e per ciò che oggi questo luogo rappresenta per la comunità e per l'inutilità di costruire una struttura simile così fuori da ogni strada cittadina. “Pescara potrebbe avere due occasioni grosse – prosegue D'Emilio -. Conservare gli orti urbani che la metterebbe alla pari con le città più evolute italiane e, contemporaneamente, progettare sistemi scolastici integrati perché un sistema scolastico che va da zero a 6 anni, ma anche fino ad 11, sarebbe una risorsa enorme sia da un punto di vista educativo, sia per le famiglie che non dovrebbero più correre in giro per Pescara. Chiediamo – conclude in attesa della convocazione della commissione comunale – che si valuti per il nuovo nido, l'utilizzo di siti già liberi intorno ad altre scuole dell'infanzia e dei nidi perché ci sono”.
Tutto sbagliato anche per Italia Nostra oggi presente negli orti urbani con il presidente della sezione pescarese Massimo Palladini che sarà al fianco dei cittadini in questa battaglia. Quello che l'amministrazione mette in campo è, ancora una volta, denuncia, “Un approccio quantitativo” per cui “Mi serve un asilo e lo metto qua. Ma l'approccio deve essere qualitativo: si deve programmare e progettare la città. Qui il cemento scaccia il verde, la bicicletta scaccia il pedone per cui si procede sempre ad una maggiore impermeabilizzazione del suolo: leviamo un giardino per mettere del cemento. Ci sono zone cementate a Pescara che vanno riqualificate: è lì che si deve agire proprio con i servizi della cittadinanza – sottolinea -. Qui ci si può arrivare solo in macchina, ma una scuola dell'infanzia dovrebbe essere al centro di zone pedonali che favoriscono la mamma che poi va a fare la spesa e sbrigare le sue commissioni. Questo è un modo di concepire una nuova città. Programmare e progettare vuol dire dare qualità urbana e alla vita che loro – conclude rivolgendosi ai residenti che si occupano degli orti urbani – difendono e noi li appoggiamo”.
Copyright 2022 Citynews