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VIDEO | Del Giovane, medico convenzionato del 118: dopo 40 in pensione senza diritti, "Devono assumerci"

Dopo aver avviato lo sciopero della fame il medico torna a denunciare la disparità di trattamento tra i medici dipendenti e quelli convenzionati e sui giovani aggiunge: "Vanno assunti senza specializzazione, perché lavorare a queste condizioni non ha senso"

Torna a denunciare la disparità di trattamento che subiscono i medici convenzionati del 118 dal sistema sanitario italiano Nando Del Giovane, il medico del 118 che il 16 luglio aveva iniziato lo sciopero della fame per chiedere che i suoi 40 anni di lavoro, così come quelli di tutti coloro che prestano servizio in ambulanza senza essere dipendenti, vedano riconosciuti i loro diritti.

Questa mattina c'era anche lui alla protesta organizzata davanti all'ospedale dal vicepresidente del consiglio regionale Domenico Pettinari per denunciare quello che nella sanità non funziona. “Chiediamo di essere equiparati ai medici dipendenti – spiega Del Giovane – e avere gli stessi diritti come il trattamento di fine rapporto, il congedo parentale, la tredicesima o il congedo maternità. Noi non possiamo utilizzare la 104 e i corsi di aggiornamento ce li facciamo da soli. E' inaccettabile, ma la cosa più grave è che quando andremo in quiescenza, io ci andrò dopo 40 anni, percepiremo una pensione di 1.300 euro senza tfr, mentre chi è dipendete avrà 100mila euro di tfr e 2.700 euro di pensione. Non è solo una questione economica – tiene a precisare -, si tratta di ridare dignità ad una categoria di medici che sarebbero da esempio per i giovani”. A suo parere se nessuno di loro vuole più lavorare nell'emergenza urgenza è proprio perché a queste condizioni si chiedono a che scopo farlo: “preferiscono la medicina generale o provata”, chiosa.

Prosegue intanto la raccolta firme delle petizione lanciata a livello nazionale dal Saues (Sindacato autonomo urgenza emergenza sanitaria), una petizione che Del Giovane porta con sé per raccogliere quante più adesioni possibile. “Dobbiamo mandarla al presidente della Repubblica e chiedere la dipendenza per i medici convenzionati e per migliorare le criticità del pronto soccorso con l'assunzione dei giovani senza le specializzazioni: questo è un fardello che ostacola tutti. La vogliono anche per noi. Immaginate – conclude – io ho 66 anni e dovrei fare 5 anni di specializzazione per fare un esame e diventare dipendente: tra due anni vado in quiescenza”. Il dito Del Giovane lo punta anche sulla politica regionale e in particolare sul presidente della Regione Marco Marsilio a suo parere lontanissimo dal tema sanità a differenza dell'assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì, l'unica verso cui, almeno sul tema, spezza una lancia a favore: “è l'unica che si impegna per le nostre problematiche, ricordiamocelo quando andiamo a votare”, conclude. 

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