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VIDEO | Emergenza Ucraina: un team di medici abruzzesi vola in Polonia

Il loro compito, nell'ambito dell'azione della Cross cui la Regione insieme ad altre sette ha aderito, sarà quello di cercare le persone affette dalle patologie più gravi che non possono più avere assistenza sul posto, per trasportarle negli ospedali italiani

La dottoressa Amalia Contini, il dottor Andrea Di Blasio, il medico anestesista Mariangela Battilana e il logista della protezione civile abruzzese Vincenzo Leo Celeste: sono loro il team abruzzese che raggiungerà la Polonia, in una località vicina al confine ucraino, per avviare l'azione di scounting che permetterà di individuare i pazienti che hanno maggiore bisogno di assistenza e trasportarli, in aereo, in Italia, garantendo loro tutte le cure che non possono più seguire nel loro Paese piegato dalle bombe. L'Abruzzo è dunque tra le otto regioni che attraverso la Cross (Centrale remota per le operazioni di soccorso sanitario), parteciperanno alla missione internazionale socio-sanitaria messa in campo e di questo il presidente della Regione Marco Marsilio, l'assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì, il referente delle maxi-emergenze Alberto Albani e il direttore della protezione civile abruzzese Mauro Casinghini, sono orgogliosi. Sono loro a comunicare l'avvio di questa importante azione di aiuto, ma i medici che andranno in Polonia non ci sono: oggi, come ogni giorno, sono in ospedale a lavorare. “Si tratta di persone che hanno un grande know how nell'emergenza urgenza – sottolinea Albani -. Saranno loro a scegliere i pazienti più gravi che necessitano di essere trasportati”. Non, dunque, feriti di guerra, ma persone che la loro guerra personale la stavano già vivendo contro la loro malattia. “Abbiamo messo a disposizione posti letto sia in età pediatrica che adulta”, sottolinea Verì.

Da quando la Cross è stata attivata a livello nazionale, spiega Casinghini, sono state 45 le persone portate dall'Ucraina in Italia. I pazienti infatti, ricorda, vengono portati dove ci sono posti disponibili. Non è detto, in sostanza, che i pazienti scelti dal team abruzzese verranno ricoverati sul territorio, ma dove ci sono i posti per ogni specifica specialità. “Essere tra le otto regioni italiane che si stanno organizzando per partecipare a questa missione internazionale di scouting di pazienti da curare in Italia –aggiunge Marsilio Marsilio – oltre a rappresentare un motivo d’orgoglio per l’Abruzzo, è anche una testimonianza del fatto che sia il sistema sanitario regionale che quello di protezione civile, dopo i due anni di pandemia, sono in grado di fronteggiare anche altre emergenze come quella legata all’accoglienza dei profughi ucraini, circa tremila quelli ospitati finora in regione, e dell’assistenza sanitaria nei confronti di persone, soprattutto bambini in questa prima fase, affette da patologie oncoematologiche. Un ringraziamento particolare va al dottor Albani che, nonostante sia prossimo al pensionamento, anche in questa occasione sta fornendo un apporto determinante in termini di competenza e di dedizione al lavoro”.

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