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VIDEO | Salta il consiglio sulla sede della Regione nell'area di risulta, le opposizioni: "La maggioranza diserta, Masci è un uomo solo"

Per i gruppi di centrosinistra e il Movimento 5 Stelle il dato politico è evidente: la maggioranza si è spaccata e il sindaco è stato "abbandonato". Ora chiedono il ritiro della delibera utile a ratificare l'accordo di programma sottoscritto con la Regione per la cessione dell'area

Solo dieci i consiglieri comunali presenti in aula al momento dell'appello. La seduta va deserta e si scatena la polemica. Quella del 6 giugno essere la seduta risolutiva per l'approvazione della delibera con cui si dà di fatto il via libera alla costruzione della sede unica della Regione Abruzzo nell'area di risulta, ma si è chiusa in meno di due minuti e per le opposizioni l'assenza di ben cinque capigruppo di maggioranza è la prova che ormai “il re è nudo” ovvero che il sindaco Carlo Masci “è rimasto solo”.

A mutuare l'espressione della favola “I vestiti nuovi dell'imperatore” dello scrittore danese Hans Christian Andersen è il consigliere comunale del Partito democratico Francesco Pagnanelli, ma la condivisione è totale da parte non solo degli altri consiglieri del centrosinistra, ma anche quelli del Movimento 5 Stelle.

“Il sindaco – tuona la capogruppo del Movimento Erika Alessandrini – è stato abbandonato alla sua stessa maggioranza. Nel giorno in cui avrebbe dovuto sancire il progetto che ha definito il più importante degli ultimi trent'anni, la sua maggioranza non si presenta in consiglio. È una clamorosa smentita politica. È un uomo solo – incalza -. Ci chiediamo chi rappresenti più se i suoi stessi capigruppo, i suoi stessi consiglieri comunali lo hanno abbandonato. È evidente che è un uomo solo e abbandonato dalla città”.

Per Marinella Sclocco (Sclocco sindaco) solo l'ennesimo fallimento del sindaco così come sostengono anche gli altri consiglieri comunali e cioè Marco Presutti, Giovanni Di Iacovo e Stefania Catalano del Pd con il capogruppo Piero Giampietro e i consiglieri del Movimento 5 Stelle Massimo Di Renzo e Paolo Sola con quest'ultimo che una stoccata la lancia anche sulle dimissioni del tecnico comunale Pietro Grosso che avrebbe dovuto procedere con i collaudi di viale Marconi e che invece si è dimesso. “Lo abbandonano non solo i consiglieri, ma anche i tecnici. Tirano i remi in barca ora che si rendono conto delle scelte discutibili che sono state fatte”, afferma.

Il sarcasmo ce lo mette come sempre Presutti che facendo il punto sulle sedute del consiglio comunale rileva come queste si tengano quasi sempre il lunedì, come se l'aula fosse in qualche modo condizionata dalle esigenze di chi non può esserci e il fatto che il tentativo di tenere una seduta il martedì sia fallito, ne sarebbe la prova. Che si tratti o meno di un ritardo dovuto a problemi personali, a una sveglia non sentita o, come sostengono, di una scelta che delineerebbe una spaccatura in maggioranza, per tutti ad essere grave resta la dimostrazione di mancanza di responsabilità nei confronti dei cittadini per conto dei quali sono chiamati a prendere decisioni. Proprio come quella, contestata, del destino dell'area di risulta.

A questo punto, incalza Giampietro, “chiediamo il ritiro della delibera perché se neanche il centrodestra crede fino in fondo in questo atto che noi pensiamo sia scellerato, è giusto che la città sia libera da questa minaccia che incombe sull'area di risulta: una colata di cemento di 80mila metri cubi, una cosa mastodontica. Crediamo che sia necessario tornare indietro, ridare la parola ai pescaresi e che ci sia ciò che veramente i pescaresi sognano: un grande parco, un grande attrattore culturale che possa portare gente a Pescara e non un grande cubo di cemento che nessuno ha promesso di fare perché ricordiamo che anche in campagna elettorale lo stesso Masci – ricorda – ha promesso di fare la nuova sede nell'area ovest della città”.

Il presidente del consiglio comunale Marcello Antonelli in accordo con il sindaco, ha riconvocato il consiglio per venerdì 9 giugno e a seguire sabato 10 con entrambe le sedute fissate alle 20. Un orario decisamente particolare. Uno di quelli dove scuse per non esserci non ce ne dovrebbero essere. “Abbiamo appreso questa notizia con il sorriso – aggiunge il capogruppo del Partito democratico –. È evidente che quando accade questo la maggioranza sia alla frutta. L'assenza in aula di gran pare dei capigruppo di maggioranza è un segnale politico devastante per il centrodestra di cui dovrebbero prendersi le responsabilità e le conseguenze dovute”. “Una convocazione fatta per arrivare a un'approvazione in extremis – aggiunge Alessandrini parlando delle sedute di venerdì e sabato– di una delibera sbagliata ed è evidente che anche la maggioranza è convinta che questo sia un grandissimo errore”.

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