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VIDEO | Riprendono con il cellulare l'aggressione ai danni di un coetaneo e il video finisce su Instagram: ammoniti quattro minori

L'episodio di cyberbullismo si è verificato davanti ad una scuola e coinvolge tre ragazzi e una ragazza che avrebbero aspettato il ragazzo fuori dalla scuola. Il dirigente dell'anticrimine: "Misura preventiva e rieducativa perché comprendano la gravità del gesto"

Ammoniti dal questore Luigi Liquori tre ragazzi e una ragazza che hanno tra i 14 e i 15 anni ritenuti responsabili di un gesto di cyberbullismo ai danni di un coetaneo.

Come dal video visionato dalla polizia, i quattro avrebbero aspettato la vittima fuori da scuola intimandogli di chiedere scusa alla ragazza che avrebbe offeso. Quindi l'aggressione, durata pochi secondi grazie all'intervento di una collaboratrice scolastica, ripresa con il cellulare e diffusa prima su whatsapp e poi su Instagram dove a condividerlo è stato un altro ragazzo estraneo all'episodio.

Vistosi in rete il 14enne si è rivolto alla madre con la quale si è poi recato in questura. Veridicità dei fatti dagli uomini dagli inquirenti si è potuto impedirne l'ulteriore diffusione con il questore che ha emesso il provvedimento amministrativo. Provvedimento che resterà in vigore fino al compimento dei 18 anni dei ragazzi coinvolti.

A riferire dell'episodio di cyberbullismo è il dirigente del reparto anticrimine della questura di Pescara. Si tratta del secondo episodio in città in pochi mesi: l'altro era stato riferito dalla questura stessa ad ottobre quando un altro ragazzo era stato raggiunto dal provvedimento dopo aver costretto un suo coetaneo ad inginocchiarsi prendendolo poi a schiaffi e riprendendo tutta la scena con il cellulare. Il filmato anche in questo caso è finito in rete così come tutto sarebbe nato dalla pretesa di scuse verso una ragazza che la vittima avrebbe offeso. 

Quella dell'ammonimento, spiega Capasso, è una misura atipica che si può assimilare a quella già esistente per lo stalking e la violenza domestica che guarda alla giovane età delle persone coinvolte: “devono prendere coscienza dell'errore che hanno commesso”, precisa Capasso riferendo che in questo caso la misura avrebbe sortito il suo effetto.

Sebbene, sottolinea il dirigente dell'anticrimine, non si possa parlare di fenomeno in crescita, il fatto che il fenomeno del cyberbullismo esista è un fatto. “I ragazzi non si rendono conto – aggiunge – che certi reati si possono compiere anche sul web. Nel momento in cui si subisce un ammonimento ci si deve rendere conto della gravità delle condotte con il provvedimento che deve servire a rielaborare una serie di questioni legate ai comportamenti assunti”.

Alla base, dunque, un problema educativo “ecco perché – prosegue Capasso – anche la scuola deve svolgere un ruolo primario in questa vicenda. È necessario che nelle scuole ci siano percorsi di riabilitazione educativa perché capiscano cosa hanno fatto. Parliamo di ragazzi tra i 14 e i 18 anni. Siamo in una fase delicata della crescita ed è una fase in cui bisogna educare piuttosto che punire e proprio questo è il fine dell'ammonimento”.  “Ha una funzione molto importante – ribadisce – ed è un deterrente: chi viene ammonito nella stragrande maggioranza dei casi cessa la propria condotta”. Nel caso in cui ci dovesse essere una recidiva, risponde ai cronisti che lo chiedono, ci sarebbe un nuovo provvedimento amministrativo a meno che la vittima non sporgesse regolare denuncia portando quindi la vicenda sul piano penale. 

Infine un consiglio ai genitori per prevenire che i proprio figli possano rendersi protagonisti di episodi simili: “parlate con i vostri figli – conclude il dirigente del reparto anticrimine -. Cercate di instaurare con loro un dialogo ed entrare nel loro mondo per fargli capire la gravità di alcuni comportamenti”.

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