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VIDEO | Dopo 100 anni la città rischia di perdere il Circolo canottieri, il Pd: "Concessione persa e progetto sbagliato"

I consiglieri comunali del partito democratico denunciano il "grave pasticcio" compiuto dall'amministrazione con il bene tornato nella piena disponibilità della sovrintendenza senza averci mai interloquito: "Subito un tavolo tecnico, il problema va risolto"

Il Comune di Pescara si è fatto “scippare” la concessione del Circolo canottieri di Pescara e nel progetto della sovrintendenza archeologica belle arti e paesaggio per la sua riqualificazione, non ha avuto nessun ruolo così come nessun ruolo lo ha avuto il circolo stesso dato che nessun confronto c'è stato e in più la nuova struttura presentata in conferenza stampa proprio nella sala giunta di Palazzo di Città, è “incompatibile” con le esigenze dell'associazione che non solo dovrebbe pagare 22mila euro per averla la concessione, ma che potrebbe non andarci proprio dato che la rimessa delle barche non è a misura: le barche, in sostanza, non ci entrano. A denunciare quello che definiscono un “pasticcio” oltremodo “grave” per la città, sono i consiglieri comunali del centrosinistra e in particolare quelli del partito democratico. Alla luce di quanto sta accadendo la conseguenza potrebbe essere quella che Pescara, dopo 100 anni, il circolo canottieri lo perda.

Per questo lunedì in consiglio comunale Stefania Catalano, Marco Presutti, Piero Giampietro, Francesco Pagnanelli e Giovanni Di Iacovo del Pd e Marinella Sclocco e Mirko Frattarelli della lista Marinella Sclocco, presenteranno una mozione per impegnare il Comune nell'attivare un tavolo tecnico perché si lavori ad un progetto condiviso e soprattutto perché si riesca a riavere quella concessione ottenuta nel 2015, sottolinea Catalano, e ora persa con il Circolo canottieri tornato nella piena disponibilità della sovrintendenza. Sovrintendenza che ora, sottolinea Catalano, “può fare quello che vuole. Il circolo deve pagare 22mila euro per avere la concessione e un'associazione sportiva questo non può permetterselo”. Il groviglio sarebbe emerso subito dopo la presentazione del progetto nella sala giunta del Comune che il sindaco e l'assessore comunale allo sport Patrizia Martelli, incalza Presutti, hanno  "solo prestato come una bella cornice istituzionale alla sovrintendenza”. Un progetto che “non tiene conto delle esigenze del circolo e realizzato cento anni fa dallo stesso su un'area demaniale”, aggiunge definendo il Comune più un'organizzatore di eventi che un'amministrazione dato che, denunciano sia per lui che Catalano, in tutta la vicenda non ha messo bocca, anzi ha assunto una posizione di “inerzia totale”, aggiunge Presutti, nonostante “sapesse e dovesse agire dato che diverse volte il problema era stato comunicato nel corso della commissione allo sport”. Unico esponente della maggioranza che si salverebbe, dunque, è Adamo Scurti presidente proprio della commissione che ha più volte convocato per affrontare il tema.

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I consiglieri comunali del Pd Marco Presutti e Stefania Catalano

Catalano però della mozione non si accontenta perché “di questa amministrazione non mi fido più”, afferma. Per questo ha coinvolto, riferisce, il presidente della commissione finanze, il senatore Luciano D'Alfonso: “gli ho chiesto di portare avanti una interlocuzione con il ministero, la sovrintendenza, il demanio e il circolo perché noi questa situazione la vogliamo risolvere”

I problemi del circolo, ricorda quindi la consigliera Pd, sono iniziati nel 2014 quando era in concessione alla Provincia che voleva trasferire lì gli uffici della polizia provinciale. “La sovrintendenza si oppose perché lo riconobbe come bene architettonico e sociale anche dal punto di vista sportivo. Il circolo infatti – sottolinea – fu costruito con i fondi privati dei soci poi passò nel demanio dello Stato. Il Comune se neè quindi fatto carico e si è impegnato ad acquisirne la concessione ed eseguire i lavori: era il 2015. Lavori di manutenzione che sono stati fatti. Fu poi l'allora presidente della Regione D'Alfonso ad individuare i aggiuntivi fondi Cipe per la sua riqualificazione. A quel punto è entrata in gioco la sovrintendenza con cui il circolo ha avuto delle interlocuzioni iniziali. Poi non è accaduto più nulla e nel 2019-2020 è andata avanti da sola con il progetto. Un progetto che il Comune non conosce nell'organizzazione, ne conosce solo il rendering presentato in conferenza e questo è ancor più grave perché si sarebbe dovuta fare parte attiva e portare avanti le istanze del circolo. Ora diventerà una struttura che, tra le altre cose, prevede una rimessa barche non a misura, l'abbattimento della pinetina che c'è davanti e nessuna recinzione per cui c'è il rischi che le imbarcazioni vengano danneggiate a meno che non sia il circolo a farsi carico anche delle spese per mettere delle guardie giurate. Infine il Comune si è fatto revocare la concessione e si è fatta scippare il circolo dalla sovrintendenza. Di qui la mozione e la richiesta di intervento a D'Alfonso. “Non si parla più di parti politiche: dobbiamo salvare il circolo che Pescara rischia di perdere dopo 100 anni”, ribadisce Catalano a causa, conclude Giampietro, della “sciatteria di questa amministrazione”.

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