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Sabato, 20 Aprile 2024

VIDEO | La Camera di commercio valuta la vendita del Pala Becci e della sede storica, il centrosinistra: "E l'amministrazione tace"

Il rischio sarebbe concreto dato che l'ipotesi è messa nera su bianco come la preferibile tra quelle previste per la razionalizzazioni degli spazi dell'ente, i consiglieri comunali e il consigliere regionale del Pd chiedono al sindaco di prendere una posizione e aprire un dialogo

Pescara rischia non solo di perdere la sede storica di viale Marconi-via Conte di Ruvo della Camera di commercio, ma anche di non avere più a disposizione per eventi di carattere pubblico il Pala Becci. L'ente sarebbe infatti pronto a venderli entrambi e qualora ciò avvenisse Pescara diventerebbe più che la sua sede secondaria un "presidio di frontiera" con solo alcuni sportelli aperti al pubblico come presidio: un danno importante anche in vista della nascita della Nuova Pescara.

A denunciarlo sono i consiglieri comunali del centrosinistra e il consigliere regionale del Pd Antonio Blaioli che parlando di uno scenario in cui con la ricostruzione della sede del Foro Boario di Chieti Scalo, questo diventerebbe l'unico vero riferimento della Camera di commercio a discapito della città adriatica destinata a perdere ulteriormente attrattività sia in termini commerciali che turistici. 

A rendere “gravissimo” quello che potrebbe essere ben più di un rischio qualora quell'ipotesi messa nera su bianco con una deliberazione dalla giunta camerale e ritenuta dalla stessa la “più rispondente alle esigenze dell'ente” si concretizzasse, è per i consiglieri il fatto che tutto avvenga “nel silenzio dell'amministrazione Masci”,

La delibera cui si fa riferimento è quella con cui l'ente camerale ha approvato il “piano di razionalizzazione del patrimonio immobiliare dell'ente” cui il via libera è arrivato, spiega il centrosinistra, con una determina del 21 aprile. Un documento redatto a seguito della richiesta fatta ad una società privata spiega Blasioli, cui è stato chiesto di avanzare tre ipotesi. La seconda e cioè quella ritenuta la più percorribile “prevede l'utilizzo – si legge – del complesso insistente presso il Foro Boario di Chieti, il mantenimento di un presidio per i servizi all'utenza a Pescara e la dismissione-messa a reddito dei palazzi storici di Chieti e di Pescara e del padiglione Becci”.

I consiglieri comunali del Pd Piero Giampietro, Giovanni Di Iacovo, Stefania Catalano, Francesco Pagnanalli e Marco Presutti e quelli della lista Sclocco Sindaco Mirko Frattarelli e Marinella Sclocco nel ribadire la contrarietà all'atteggiamento dell'amministrazione che delle scelte dell'ente camerale non ha mai parlato alla città, chiedono al sindaco e alla sua giunta di aprire un dialogo con la Camera di commercio perché si valutino anche le altre due ipotesi avanzate e in particolare quella per cui si prevede “l'utilizzo dei palazzi storici presenti nelle città di Chieti e di Pescara, il mantenimento del padiglione Becci situato nei pressi del porto turistico e la dismissione-messa a reddito del complesso di Chieti Foro Boario”.

L'altra prevede invece “l'utilizzo di parte del complesso insistente presso il Foro Boario di Chieti (solo palazzina uffici e alloggio custode), il mantenimento di un presidio per i servizi all'utenza a Pescara nonché del padiglione Becci e la dismissione-messa a reddito dei palazzi storici di Chieti e di Pescara e dei padiglioni fieristici ed espositivi del complesso di Chieti Foro Boario”.

“Alla fine di questi cinque anni – afferma Di Iacovo -, ci troveremo una città davvero in ginocchio. Stiamo perdendo il Pala Becci, un luogo strategico per lo sviluppo storico della città. Un luogo comunale, aperto al pubblico e che è il dialogo che la città ha sempre avuto con il circuito delle fiere e delle esposizioni”. Non averlo più nella disponibilità pubblica, ma al contrario passandola nelle mani di un privato che potrebbe farne ciò che vuole e che comunque potrebbe metterlo a disposizione a costi difficili da sostenere per l'amministrazione, potrebbe tradursi “in un impoverimento della frequentazione di quel luogo e dunque in un danno per le attività che ci sono all'interno dell'area del Porto Turistico – sottolinea -. Perdere quel luogo vuol dire mutilare Pescara di un'altra parte del suo corpo e della sua attrattività”.

Grave per l'opposizione anche l'eventuale perdita della sede storica che si trova all'angolo tra viale Marconi e via Conte di Ruvo. Cosa per la quale Giampietro si chiede se l'amministrazione di questa intenzione dell'ente camerale non sapesse già e se non ci fosse questa consapevolezza tra le ragioni dietro la scelta di non realizzare piste ciclabili su viale Marconi visto che in quegli uffici, afferma, non dovrebbe andare praticamente più nessuno. L'ennesimo danno alla zona, prosegue, dove da quando è entrata in vigore la nuova viabilità “il commercio è stato quello più penalizzato. Commercio che ora rischia di perdere un altro punto di riferimento”.

Perdere sia il Pala Becci che la sede storica sarebbe anche un pessimo segnale incalza Catalano, in vista della nascita della Nuova Pescara. Ipotesi condivisa da tutti con Di Iacovo che si dice certo che l'eventuale alienazione dei due beni “danneggerà sicuramente anche Spoltore e Montesilvano in un'ottica di ampliamento dei confini di Pescara. Questa scelta penalizzerà lo sviluppo futuro perché il settore commercio di questa 'grande' Pescara sarà già impoverito e decapitato”.

Insomma, conclude Pagnanelli, “l'amministrazione che aveva promesso di recuperare spazi ed esempio emblematico è il caso dell'ex Fea, a un anno dalla fine del mandato ci lascia una città che perde spazi facendo solo spot propagandistici dato che di questa vicenda se non parlassimo noi, nessuno saprebbe nulla”.

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