rotate-mobile

VIDEO | Tutti contro gli autovelox: "Usati come bancomat"

Il consigliere regionale Pd e i consiglieri comunali d'opposizione dei Comuni della provincia chiedono "buon senso" e un incontro al prefetto: "Servono alla sicurezza, non alle casse"

Sette multe in sei giorni per un'infermiera di San Valentino in Abruzzo Citeriore che, in piena pandemia per andare a prestare assistenza, ha percorso a 60,01 chilometri orari il tratto di strada nel Comune di Scafa dove c'è l'autovelox perdendo anche 24 punti alla patente.
A Pianella l'unica incidente registrato nel rettilineo dove è stato installato, si è registrato tra due moto, tamponatesi proprio perché la prima ha rallentato alla vista della macchina.

A Catignano una famiglia di multe, in un giorno, è riuscita a prenderne quattro tra andata e ritorno dopo che moglie e marito si sono recati a Pianella, uno la mattina e uno il pomeriggio, per fare il vaccino.

Strada in cui, ad essere multato alle due di notte con una velocità di 56 chilometri orari, anche l'ex sindaco Francesco Lattanzio dopo aver ricoverato il figlio in ospedale. Un quadro cui si aggiunge, ad esempio per Pianella, anche il disincentivo a raggiungere il Comune da parte degli utenti che, sui social, hanno addirittura creato gruppi per “boicottare” la cittadina, con l'aggravante che gli autovelox si trovano, in tutti i casi, in tratti di strada dove, invece, non dovrebbero essere.

A denunciarlo, parlando di illegittimità nelle modalità di intallazione degli autovelox sono, insieme al consigliere regionale Pd Antonio Blasioli e il consigliere provinciale Gianni Chiacchia, i consiglieri comunali di Scafa, Bussi sul Tirino, Pinella, Catignano, Pescara e Cepagatti. Con loro anche Carlo Spaziani, ex ufficiale della polizia locale di Roma ora in pensione, che da anni lotta per far sì che gli strumenti di prevenzione siano installati lì dove la legge prevede. Per tutti quelli attualmente presenti sul territorio pescarese, non sono altro che “bancomat” delle amministrazioni ai danni dei cittadini e, soprattutto, inutili lì dove dovrebbero garantire la sicurezza essendo assente uno dei requisiti che ne consente l'utilizzo in tratti specifici di strada: l''alto tasso di incidenti. 

Di qui l'appello lanciato non solo ai sindaci, ma anche al prefetto di Pescara cui Blasioli chiede un tavolo di confronto al fine di rimediare all'esistente ed evitare che, in futuro, situazioni simili si ripetano Emblematico, in questo senso, il caso di Scafa riferito da Chiacchia: da aprile a settembre il Comune ha incassato un milione 300 mila euro con oltre 12mila verbali senza che però i soldi ricevuti fossero utilizzati come previsto dalla legge, denuncia, per fare alcun intervento in termini di sicurezza su quella strada dove di incidenti neanche ce ne sono, ma spesi solo per delle manutenzioni sul territorio comunale “il tutto a due mesi dal voto”, chiosa. Un autovelox questo, aggunge, per cui è scattata una sospensione che però tale in realtà non è dato che “nel bilancio di previsione l'amministrazione prevede che tornerà a fare cassa per i prossimi tre anni con un importo di 1 milione e 300 mila euro per ogni annualità”.

Non tanto diversa la situazione a Pianella dove, denunciano i consiglieri Gianni Filippone Denis Sposo, solo dopo aver incassato 2 milioni di euro il Comune ha installato i segnalatori elettronici dell'autovelox. A spiegare le ragioni delle illegittimità è Spaziani che oltre alla necessità che la strada dove viene posizionato deve registrare un altro tasso di incidenti e gravi, ricorda come l'installazione sia consentita solo ad una specifica distanza dall'incrocio che lo precede. Cosa che, ad esempio, ha riferito, non accade a Manoppello dove si sarebbe aspettato, aggiunge, un intervento del prefetto per la sua destituzione. C'è poi, prosegue, la questione delle spese dei verbali che, secondo l'articolo 201 comma 4 del codice della strada, arrivano ad un massimo di 12 euro per i cittadini. Le multe però, quando arrivano, di spese ne prevedono 20: “una violazione e questo fa presupporre – sottolinea – che vi sia una mano occulta che gestisca questi verbali e sembrerebbe anche che sarebbe sempre questa a redarli: cosa non prevista da alcun codice”. Altro problema come fa il ministero a fare un controllo a campione sugli autovelox “se non sa dove sono? Nessuno è in grado di dire quanti ce ne siano in Italia perché non esiste un albo di registrazione”, tiene a precisare.

Tra i casi più significativi quello, noto, di Bussi sul Tirino che, ricorda Blasioli, è il quinto comune in Italia per numero di multe pur avendo soltanto  2.500 abitanti. Grave per il consigliere comunale Pino De Dominicis che la gestione privata dell'autovelox “non si premuri di mandare la stessa il giorno dopo averla fatta, ma la invia pochi giorni prima dei tre mesi previsti dalla legge e questo vuol dire che alle famiglie ne arrivano quattro o cinque tutte insieme”.

Situazioni che fanno ben capire quanto a livello economico questo vada a pesare sulle tasche dei cittadini. Nel ribadire tutti che la sicurezza resta una priorità, i consiglieri comunali, compresi quelli del pd pescarese Piero Giampietro, Francesco Pagnanelli, Stefania Catalano e Marco Presutti, che ricordano la vicenda dell'autovelox di via di Sotto, si rivolgono dunque al prefetto perché le problematiche siano affrontate e risolte. Per dare supporto ai cittadini, riferisce infine Chiacchia, “stiamo mettendo in piedi un'organizzazione a loro garanzia, sempre nel rispetto della sicurezza stradale, perché venga tutelato in caso di sanzioni illegittime”.

Copyright 2022 Citynews

Video popolari

VIDEO | Tutti contro gli autovelox: "Usati come bancomat"

IlPescara è in caricamento