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VIDEO | Tra le carezze dei padroni e dei veterinari per i quattro zampe "ucraini" è tempo di profilassi sanitaria

E' iniziata dall'hotel Promenade di Montesilvano l'attività della uoc del servizio sanità animale della Asl di Pescara, Di Zopito: "Necessario fare tutte le verifiche soprattutto per la rabbia" e tra un microchip e l'altro questi amici speciali raccontano le loro storie

C'è Adel, una femmina di labrador che si lascia coccolare da tutti e che con la sua padrona ha affrontato un lungo viaggio di fortuna per arrivare in Italia. Poi c'è Naomi, una gattina Sphynx che ha avuto i suoi tre cuccioli pochi giorni prima della guerra e che ora li accudisce nel loro trasportino agitandosi quando la sua padron la prende in braccio per farci vedere quei tre piccoli musetti.  Con loro ci sono la micia Sonia, il bassotto Easy che avevamo già conosciuto nel centro profughi della stazione Porta Nuova, ci sono eclair e tanti altri amici a quattro zampe: anche un piccolo criceto che le sue padroncine, due gemelline, hanno messo tra le poche cose preziose da portare via. Oggi all'hotel Promenade di Montesilvano è stata avviata la campagna di profilassi sanitaria per gli amici a quattro zampe dei profughi ucraini. Sono tre i veterinari della uoc (unità operativa complessa) del servizio sanità animale della Asl di Pescara arrivati in hotel per censirli, verificare se hanno il microchip e proseguire agli accertamenti al fine di assicurarsi che abbiano la vaccinazione antirabbica e, in caso, procedere nei prossimi giorni al prelievo del sangue per verificare che la protezione anticorpale sia sufficiente.

Sono Giuseppe di Zopito, Cinzia Ciancetta e Francesco Pavone. Con loro anche l'agente tecnico Gianna Chiappini. “E' primo intervento – spiega Di Zopito -. Andremo avanti anche negli altri alberghi dove si trovano animali. Questo tipo di intervento si rende necessario perché in questi Paesi, soprattutto nelle zone di guerra, la situazione epidemiologica soprattutto in relazione alla rabbia non è tranquilla. E' assolutamente urgente fare questo controllo”. Le donne e i bambini che sono nella stanza dove inizia la profilassi attendono e chiedono spiegazioni. Il microchip molti non sanno cos'è e infatti la gran parte degli animali non lo ha. Al pianto di un piccolo Yorkshire alcune non trattengono le lacrime, ma con calma e paziente Olga, volontaria della protezione civile Val Pescara impegnata sin da subito nel supportare chi arriva in un Paese di cui non conosce la lingua, tranquillizza tutti, soprattutto i bambini. Lo fanno anche i veterinari spiegando che la procedura non è dolorosa, ma necessaria. Nessuno protesta: tutti si affidano e seguono le regole mostrando i passaporti degli animali e i libretti sanitari.

Adel, il labrador, si lascia coccolare ed è la sua padrona a raccontarci della lunga avventura vissuta per arrivare in Italia. Loro sono partiti da Mykolaiv il 28 febbraio. Tra passaggi di fortuna, autobus e treni sono riusciti ad arrivare a Ternopil dove per una settimana hanno vissuto in un rifugio sotto terra. Poi da lì un nuovo viaggio per arrivare in Polonia e superare il confine. Altri dieci cambi per i trasporti, tre giorni ancora di viaggio e, infine l'arrivo in Italia. A Di Zopito chiediamo, da medico veterinario, che sensazione prova nel vedere persone che oggi non hanno più nulla stringere tra le loro braccia e coccolare, insieme ai loro figli, i loro amici a quattro zampe: “appena sono entrato ho provato una sensazione di tristezza – spiega – si vede che la popolazione sta soffrendo e cani e gatti sono spesso la loro unica consolazione. Cercheremo di stare con loro anche da un punto di vista psicologico. E' chiaro che questi animali saranno tenuti sotto osservazione e non avranno grossi margini di spostamento, cercheremo di farli stare nel modo migliore possibile”.

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