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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Anne Schaefer, la tennista tedesca d'Abruzzo

Trentaquattro anni, un compagno con cui vive a Cepagatti e una figlia che la segue sempre. Anche sui campi di gioco. In carriera, ha raggiunto perfino la posizione numero 161 del ranking mondiale, ma non è sazia e vuole ancora vincere tanto. Nel frattempo, però, ha in tasca una laurea in economia, che potrebbe essere buona per il futuro

Gli amanti del tennis conoscono senza dubbio la tennista tedesca Anne Schaefer, perché qualche anno fa ha anche raggiunto la posizione - ragguardevolissima - numero 161 del ranking mondiale.
Ma il suo racconto ha anche risvolti romantici, di una ragazza che all'età di 23 anni ha deciso di cambiare vita e di trasferirsi in Italia. Per motivi tennistici prima, ma poi soprattutto per motivi di... amore.

Infatti è legata sentimentalmente al suo coach Paolo Galli, con cui vive a Cepagatti, nell'hinterland pescarese.

Ora di anni ne ha 34, l'età della maturità da donna specie ora che è anche mamma di Valentina, una bellissima bambina bionda e con gli occhi azzurri, esattamente come Anne. Ma non ha certo abbandonato l'idea del tennis. Non è più la tennista di valore mondiale di qualche anno addietro, ma gioca ancora ad altissimi livelli e spesso riesce a imporsi in tornei nazionali e internazionali, forte della sua esperienza.

È vero che tua mamma non credeva che tu potessi fare questa carriera straordinaria?
«È vero. Io sono nata in una piccola città che si trova a est della Germania (Apolda, 23mila abitanti circa, ndc), dove non è usuale vedere una ragazza con la valigia in mano pronta girare il mondo per praticare il tennis. Diciamo che mia mamma, molto protettiva, aveva pronosticato per me una carriera al massimo intorno alla posizione numero 500 del mondo. Invece io volevo di più, e alla fine ci sono riuscita!».

Il tuo sogno mondiale, di entrare tra le prime 100, si è fermato per un infortunio
«Ero all'apice della condizione e della giovinezza, forse avrei potuto riuscirci. Sono stata bloccata da un infortunio serio, ma soprattutto dalla mia testardaggine: ho voluto accelerare troppo i tempi di recupero e quindi ho avuto tante ricadute. Ho perso moltissimo tempo e recuperare le posizioni non è stato facile».

A 34 anni, che tennista sei? Che donna sei? 
«La maternità mi ha fatto bene. Ora quando vado in campo, sono più serena. Una volta ero una giocatrice molto difensiva, adesso non ho paura di giocare all'attacco, credo di essere vicina alla maturità. La testa conta molto nel successo sportivo».

Una tedesca atipica, che esprime una solarità fuori dal comune
«Qualcuno mi dice che il mio atteggiamento è più italiano che tedesco. Ok, apprezzo molto la precisione dei tedeschi, ma apprezzo di più la fantasia degli italiani che, laddove si presenta un problema, si ingegnano per risolverlo. Nel mio Paese, invece, si rischia di bloccare tutto per via di un ostacolo. In Italia, poi, si mangia benissimo e in Abruzzo ancora di più. Mi sono ambientata molto bene, vivo in un luogo immerso nella natura e lontano dal traffico. Sono felice, credo proprio di aver fatto la scelta giusta».

Tra l'altro, a Pescara risiede un'altra tennista di fama internazionale, Anastasia Grymalska: che rapporto avete?
«Un ottimo rapporto. Ci sentiamo e ci vediamo spessissimo, quando possiamo ci alleniamo insieme. Persona che stimo sia a livello umano sia tennistico. È curioso sapere che due tenniste Wta (Anne ha raggiunto la posizione 161, Anastasia la numero 169) vivano a pochi chilometri di distanza in zona pescarese».

Anne chiude l'intervista realizzata in spiaggia sempre con il sorriso, poi si ferma a giocare con la figlia Valentina a due passi dal mare. Sembra proprio aver trovato la sua dimensione: «Vivere qui è davvero molto bello. Penso che non tutti si rendano conto della fortuna di avere a disposizione il mare e la montagna a pochi minuti di distanza. Io ho girato abbastanza per l'Europa, quindi mi sento di sottolineare questa caratteristica che è molto rara da trovare». Come darle torto. Tennista di qualità, donna piacevolissima, la continueremo a seguire perché siamo certi che sarà in grado di tirare fuori dal cilindro nuovi successi inaspettati. La classe non è acqua, figuriamoci adesso che ha anche un gioco più offensivo.

Il futuro: «Ho una laurea in Economia, è importante costruirsi un futuro al di là dello sport. In questo, ho seguito il consiglio dei miei genitori!».

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