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Martedì, 19 Marzo 2024
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"Il Palpa": la storia del campione di tennis mancato dal sangue pescarese

Grazie alla stupenda recensione pubblicata sulla rivista "Il Tennis Italiano" e ripresa dal "Corriere della Sera", si torna a parlare di Roberto Palpacelli, talento pescarese che era destinato a diventare un campione di livello internazionale

Da ragazzino veniva soprannominato "virgola" o addirittura "scricciolo" per via di un fisico asciutto e apparentemente gracile. Nel corso degli anni il suo nomignolo mutò ancora ed oggi tutti gli amanti della racchetta sanno chi è il "Palpa". Grazie alla stupenda recensione pubblicata sulla rivista "Il Tennis Italiano" e ripresa oggi dal "Corriere della Sera, si torna a parlare di Roberto Palpacelli, talento pescarese destinato a diventare un campione di livello internazionale.

Roberto Palpacelli: il talento innato

Se non fosse per qualche eccesso di troppo che gli ha condizionato inesorabilmente la carriera. Figlio d'arte (suo padre  Giovanni, detto Ceccio, è stato un'ala destra che ha vestito la maglia del Cosenza e del Pescara negli anni '50), ha iniziato a calcare i campi in terra rossa da giovanissimo al Circolo Tennis di via Pepe. Mancino naturale, dotato di colpi incredibili, venne convocato in nazionale da Paolo Bertolucci e Adriano Panatta, quando ancora militava negli under 16.

Roberto Palpacelli: quel carattere che ha segnato il suo destino

La sua esperienza in azzurro durò pochissimo. Roberto non ha mai amato i ritiri e le ferree regole che un professionista deve accettare e così venne escluso dalla selezione italiana. Tanti gli episodi leggendari che lo hanno reso protagonista, sia in positivo che in negativo. In molti ricordano imprese sportive straordinarie compiute in vari tornei. Il giornalista Rino Tommasi lo ha definito "il più grande talento inespresso del tennis mondiale" e anche Paolo Canè e Corrado Barazzutti sono della stessa linea di pensiero.

Qualcuno ha opportunamente ricordato che Palpacelli ha anche battuto per tre volte consecutivamente un certo Boris Becker in competizioni non ufficiali. Ma a volte il talento non basta quando si è un tutt'uno tra genio e sregolatezza. Qualche vizio proibito, diventati ben presto vere e proprie dipendenze, lo ha tradito. Una vita avventurosa e avvincente, difficile da sintetizzare. Oggi, a 48 anni, Roberto gioca ancora a tennis confrontandosi con ragazzi che hanno 30 anni di meno. E vince, con una semplicità disarmante. Tra una boccata di sigaretta e un boccale di birra.

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