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Zemanlandia è sparita, viaggio nella crisi del Pescara

5 punti nelle ultime 7 partite. uno solo nelle ultime 4. Il bel Delfino di inizio stagione si è perso

Zemanlandia è sparita, eppure sembrava poter mettere radici in riva all'Adriatico. E' presto per dare sentenze, ovviamente, siamo ancora nel grone d'andata e mancano parecchie partite al giro di boa, ma la parola "crisi" - e a ragione - è quella che va più di moda a Pescara per parlare del Delfino targato ZZ 4-3-3. I numeri non mentono: i risultati non arrivano e ora anche le prestazioni sono in tono minore. Il Pescara mantiene il secondo miglior attacco del Girone B dietro il Cesena (22 gol all'attivo), ma con 17 reti al passivo ha una delle peggiori difese del torneo. 

Dalla vittoria di Ferrara in data 8 ottobre ad oggi, in 7 partite di campionato il Pescara ha racimolato la miseria di 5 punti, dei quali uno solo nelle ultime 4 partite di cui tre all'Adriatico: se il Delfino è ancora aggrappato alle zone nobili della graduatoria e non è precipitato in picchiata (la vetta in fondo è lontana solo 9 punti, tanti ma non tantissimi e recuperabili con un filotto positivo) in zona salvezza è solo per l'avvio sprint, ben più positivo del preventivato con 16 punti messi in cascina nelle prime 6 partite disputate (dove è rimasto imbattuto).

Ma entriamo meglio nei numeri. Avvio di campionato senza macchie e, soprattutto senza sconfitte (10 punti nelle prime quattro partite, margini di miglioramento che sembravano ad un passo e percorso di crescita più avanti del rpeventivato), ripresa dopo la pausa tra l'infrasettimanale col Sestri Levante in trasferta al posticipo interno col Gubbio (per il rinvio del derby col Pineto del 24 settembre) da appena 11 punti nelle successive 9 sfide, con ultimo mese letteralmente da brividi come già sottolineato in precedenza. Avere adesso 12 giorni di stop è un bene, per smaltire le tossine fisiche e mentali di un periodo tanto intenso e preparare al meglio la gara da non fallire del 25 contro il Cesena (ore 20:45). In questo periodo ci sono state le due vittorie in Coppa Italia a danno di Fermana e Pineto, che però fanno poco testo per l'ampio turnover scelto dalle squadre. Potevano comunque rappresentare linfa per il morale, l'autostima e la fiducia. Non è andata così. Ad inizio stagione sembrava che il bel Delfino visto all'opera potesse solo migliorare, invece è regredito. Involuzione netta, chiara ed evidente: perchè?

Le scelte di Zeman, con continui cambi di formazione (soprattutto a centrocampo) non aiutano a far trovare una chiara identità ed una precisa fisionomia alla formazione, che ha evidenti lacune strutturali, responsabilità della società (mancano un vero playmaker, un bomber prolifico ed una mezzala che abbini qualità e quantità), che dovranno essere necessariamente colmate a gennaio per poter ambire a qualcosa di importante. Adesso a preoccupare è l'incapacità di trovare soluzioni per scardinare le difese avversarie. Poche squadre affronteranno il Pescara a viso aperto, la maggior parte delle compagini farà la partita difesa e contropiede (togliere la profondità per evitare verticalizzazioni e fraseggi stretti, non dando al contempo modo di sviluppare il gioco sulle catene laterali per poi ripartire e provare a far male, spesso riuscendoci) che hanno adottato, traendone frutti, Pineto, Vis Pesaro, Carrarese, Recanatese e Rimini. La pausa servirà anche a lavorare per trovare le soluzioni a questa problematica che finora ha inciso parecchio sul cammino del Delfino. E per provare a togliere la ruggine ad un attacco che non trova più movimenti, spazi e tempi giusti per far male. Se Tunjov, che ha giocato solo 9 partite, con 5 gol è il capocannoniere qualcosa vuole dire che non va bene nella costruzione e, soprattutto, nella finalizzazione. Non è solo questione di uomini, ma anche di sviluppo della manovra. Al Demiugo Zdenek da Praga il compito di dare la svolta

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