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Spezia - Pescara 4 - 0: sconfitta che brucia per il Delfino

Il Pescara cala al "Picco", la squadra di Gallo cala il poker. Una mazzata atroce sotto un violento acquazzone che ridimensiona le ambizioni dei biancazzurri. E' bene guardarsi alle spalle e non farsi troppe illusioni

Una disfatta del genere nessuno l'aveva pronosticata. La sonante sconfitta riaccende le inevitabili critiche riguardo un organico certamente mediocre e guidato da un tecnico che appare l'ombra di sé stesso. Proprio Zeman, alla vigilia di questa delicata partita, si era risentito per alcune affermazioni riportate su un quotidiano locale che, a suo dire, destabilizzano l'ambiente e non aiutano a trovare le giuste motivazioni. Come dire: la colpa è vostra se la squadra non gira a meraviglia. Eppure, dopo il successo casalingo ottenuto a spese della Pro Vercelli, da più parti si "fiutava un'aria" nuova, di cambiamento ed in tanti erano convinti che questo gruppo stava entrando finalmente in perfetta simbiosi con l'allenatore. Ecco la riprova. Quattro reti al passivo contro un avversario tutto muscoli e corsa. Il tiki-taka del Pescara nella metà campo spezzina è stucchevole, a tratti irritante.

Spezia - Pescara: il primo tempo

L'avvio pare equilibrato con un' azione per parte nel primo quarto d'ora. Al 6° Granoche si beve Coda e serve al centro per Forte, con sfera fuori di pochissimo. Dieci minuti dopo l'unica giocata collettiva degna di nota con Capone che imbecca Mancuso, liberissimo di tirare in porta. L'esterno invece sceglie di rimetterla in mezzo, vanificando tutto. Si arriva così al 32°, con il Pescara che giochicchia in mezzo al campo e lo Spezia che recupera palloni d'oro, come quello che Forte indirizza per Maggiore. Lui non sbaglia e calcia a botta sicura. 1-0 e partita che si mette in salita, con la pendenza che si fa sempre più elevata a causa della doppia sostituzione forzata. Si fanno male Coda e Palazzi, sostituiti rispettivamente da Fornasier e Coulibaly.

Spezia - Pescara: la ripresa

Ripresa più intensa, come la pioggia che cade incessantemente. Gente come Granoche, Lopez, De Col e Mastinu (cognome quest'ultimo che è perfettamente calzante) vanno a nozze in queste condizioni, sfruttando a dovere la propria prestanza fisica soprattutto nei contrasti e nel pressing. Ad ogni modo il Pescara si fa vedere al 52° con un'incursione di Brugman che penetra ai limiti dell'area di rigore. Il suo tiro viene ribattuto da Manfredini a pugni chiusi. Cambio di fronte e arriva il raddoppio dei locali, scaturito proprio da una disattenzione del capitano biancazzurro. Palla persa e regalata al subentrato Ammari che non ha problemi a trafiggere la porta difesa da Fiorillo. Nessun accenno di reazione, anzi. Granoche poco dopo ha l'occasione per chiudere i conti a trentacinque minuti dalla fine. Lo farà più tardi, al 73° raccogliendo un pallone in piena area e proveniente da un corner apparentemente innocuo.

SPEZIA PESCARA: LA CRONACA

Piove sul bagnato quando Forte realizza il quarto gol costruito da un travolgente Pessina (che giocatore !!). Nel finale Fiorillo evita la manita respingendo una conclusione dello stesso Forte che ancora una volta si ritrova a tu per tu con il portiere avversario senza essere minimamente contrastato. Si resta in Liguria, dal  momento che martedì si andrà al Ferraris di Genova per il quarto turno di Coppa Italia contro la Sampdoria. Uno stadio che evoca piacevoli ricordi. Ma quello era un altro Pescara. Di un altro Zeman.
 

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