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Ricky Massara, da idolo dell'Adriatico a ds campione d'Italia

L'ex attaccante biancazzurro, pescarese d'adozione, ha vinto il suo primo titolo tricolore da dirigente del Milan. Arrivato in rossonero tre anni fa, in passato ha anche vestito i panni di allenatore in Eccellenza a Montesilvano

Ricky Ricky Ricky volaaaaa, e la curva s'innamoraaaa...". Chissà se anche a San Siro oggi cantano quel vecchio coro che risuonava ogni domenica all'Adriatico per Frederic Massara, oggi 53enne, ds del Milan ed ex stella del Pescara di Galeone e pescarese d’adozione. Massara con lo scudetto da dirigente rossonero è entrato definitivamente nell’olimpo del calcio italiano.


Da calciatore, l’ex esterno d’attacco di uno dei Pescara più belli e amati di sempre, quello dei primi anni ’90 volato in serie A con il Profeta in panchina, Massara ha speso tutta la carriera tra B e C, eccetto la parentesi nella massima serie proprio con il Delfino. In biancazzurro anche una seconda parentesi dopo i 30 anni, in B, nel 2000 (in totale saranno 121 presenze e 15 gol in riva all'Adriatico). Ha chiuso nella sua terra adottiva, la nostra, giocando in Eccellenza con le maglie di Francavilla e Montesilvano, in Eccellenza. Con quest’ultimo ha iniziato anche l’esperienza da allenatore, accanto all’eterno e indimenticabile Vincenzo Zucchini. Poi, con l’ex compagno di squadra Antonio Martorella, ha dato vita al progetto della squadra di calcio del Cus dell’università d’Annunzio, portando i ragazzi dell’ateneo più volte alle finali nazionali per il titolo. Esperienze anche nei professionisti come collaboratore, tra gli altri, di Gianni Simonelli al Benevento.


A Palermo l’incontro – più che altro un colpo di fulmine – con Walter Sabatini, fine conoscitore di calcio e talent scout di talento, oggi artefice dietro le quinte della clamorosa salvezza della Salernitana in serie A. Massara è entrato nel 2008 nello staff dell’allora ds del club rosanero, che lo ha voluto con sé anche alla Roma negli anni successivi. In giallorosso Massara acquisisce esperienza preziosa e prende le redini della gestione tecnica quando Sabatini viene scelto da Suning per seguire il progetto doppio Inter e Jiangsu. Il rapporto tra Massara e la Roma si scioglie nel 2019. Quando da Trigoria lo lasciano andare via, Sabatini avverte il club: “Massara è un valore aggiunto, farlo andar via è un errore”.


Quell’estate arriva la chiamata del Milan, che lo vuole per dare il via alla rifondazione che porterà alla festa di domenica scorsa: un triennio di scelte difficili, di intuizioni geniali e di basso profilo, che ha avuto come coronamento il ritorno del Milan sul trono d’Italia, vincitore del suo 19° scudetto. Sempre accanto alla leggenda Paolo Maldini, Massara ha dimostrato di essere uno dei migliori profili dirigenziali del calcio italiano, con umiltà, stile, riservatezza e nessuna smania di protagonismo. Come lo hanno conosciuto i tifosi biancazzurri e i pescaresi in questi anni.

Le sue lacrime, da solo in panchina all’Olimpico dopo aver battuto la Lazio e aver scavalcato l’Inter nella corsa scudetto, lo scorso 25 aprile, resteranno un’immagine simbolo di questo scudetto del Diavolo e un poster della stagione che i tifosi rossoneri non dimenticheranno mai.

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