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Venerdì, 19 Aprile 2024
Calcio

L'ANALISI | La retrocessione del Pescara è arrivata. Adesso, da dove si riparte?

Scelte difficili attendono la società, che per adesso ha deciso di restare in silenzio. Radiomercato parla di una possibile riconferma dell'allenatore Grassadonia, mentre sembra più lontano il direttore sportivo Bocchetti. Solo rumors, o qualcosa si sta già muovendo?

Quattordici anni fa (stagione 2006-2007) l'ultima retrocessione in Serie C.
L'ultimo campionato di C, culminato con il ritorno in cadetteria, invece è stato nel 2009-2010.

Un altro calcio, sono trascorsi tanti anni, ma adesso l'incubo si ripresenta.

Con la sconfitta di Cremona, ora c'è anche l'aritmetica a sancire il ritorno del Pescara... all'inferno. Gli addetti ai lavori definiscono in questo modo “dantesco” la terza serie del calcio italiano, che in effetti risucchia molte squadre e società importanti, che poi o non riescono a risalire o ci riescono ma con enormi sofferenze. Insieme ai biancazzurri, vanno giù Virtua Entella e Reggiana, mentre il Cosenza è appeso al filo del match contro il Pordenone tra tre giorni.

Manca solo un turno al termine dell'agonia, lunedì alle ore 14 allo stadio “Adriatico-Cornacchia” Pescara-Salernitana. Siamo ai titoli di coda del campionato, ma non del calcio parlato e scritto, perché di questo nuovo capitolo si discuterà molto nelle settimane a venire. A gran voce la piazza chiede di fare tabula rasa, mentre Grassadonia si dice disponibile a restare a Pescara.

La sensazione è che l'allenatore e il presidente Daniele Sebastiani siano piuttosto concordi sul ricominciare insieme. Il numero uno della società è stato vicino al tecnico, vicinanza fisica, anche durante la fase di riscaldamento in Cremonese-Pescara. Un segnale? Forse. Così come possono essere un segnale alcuni rumors (derivanti più che altro dalla conferenza stampa post-gara di Gianluca Grassadonia) che porterebbero a una possibile separazione dal direttore sportivo Bocchetti, ovvero colui che ha fortemente voluto a Pescara l'allenatore attuale. Dinamiche, sensazioni, distacchi e tanti forse. Per adesso Sebastiani non parla, ma dovrà necessariamente farlo nei prossimi giorni.

LA ROSA. Rosa inadeguata non tanto a livello di calciatori, ma a livello di grinta e dedizione al lavoro assolutamente sì. Quasi tutti gli esperti hanno deluso le aspettative, i giovani si sono dimostrati davvero acerbi, inoltre gli infortuni hanno tormentato l'organico dall'inizio alla fine. La mazzata finale è stata data poi dal Covid, ma questa è storia recente.

IL RAMMARICO. Per quello che si è visto sul campo, la Serie B di quest'anno è stata davvero poca cosa a livello tecnico, per cui il Pescara avrebbe avuto tutte le possibilità di salvarsi. Nei momenti topici invece è mancata la zampata vincente. Quali i momenti cruciali? Restando alla gestione-Grassadonia: il pareggio di Pordenone dopo aver dominato, il ko interno con l'Ascoli e, infine, il non aver vinto contro l'Entella già retrocesso. Questa squadra ha avuto enormi problemi a mettere la palla in rete anche quando avrebbe meritato di vincere. Oggi, ad esempio, il Pescara ha perso 3-0 a Cremona e nella ripresa ha sciupato tre o quattro nitide occasioni, che a guardarle seduti sul divano sono apparse imbarazzanti.

I CONTRATTI. Sarà un problema gestire la situazione dei contratti ancora in essere. Quale altra società se li accollerebbe? Ci vorrebbe un miracolo, oppure il Pescara si dovrebbe caricare una parte degli stessi e cercare di piazzare i vari esperti di cui sopra a qualche squadra che magari dovesse averne bisogno. In questa maniera, ovviamente gran parte o tutto il cosiddetto “paracadute” che spetta alle retrocesse, andrebbe via in un attimo. Insomma, Grassadonia o non Grassadonia, rifondare sarà un problema di scelte e un problema economico, pesantissimo.

LA LOGICA. Si potrebbe seguire la strada della rivoluzione, magari ripartendo da qualche giovane mixato a calciatori di sostanza, guidati da un mister in rampa di lancio e comunque conoscitore della categoria. Immaginando un ritorno in cadetteria nel medio termine, senza fretta ma con la giusta pianificazione. Sarà in grado questa società di affrontare un cammino così lungo? Difficile. Dall'altro lato, ci sono le pressioni a tentare di risalire subito, provando a sfruttare il paracadute e rischiando il tutto per tutto. E se non ci si dovesse riuscire? Allora sì, sarebbe la fine.

DA EVITARE. Vade retro calcio fatto di interessi, procuratori che fanno le squadre al posto di allenatori e direttori, logiche commerciali e di marketing e non tecnico-tattiche-umane. Tutto ciò è da evitare. Purtroppo negli anni passati, questa logica ha prevalso, ma adesso speriamo che la lezione della retrocessione possa servire a cambiare rotta. Tra qualche giorno, le prime risposte.

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