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I gemelli Kucherenko, lontani dalla guerra grazie alla RC Angolana

La rubrica della LND Abruzzo: dall'Ucraina a Città Sant’Angelo un anno fa, Yurii è il portiere della squadra Juniores (2004) ma ha già fatto qualche apparizione in Eccellenza

Dall'orrore della guerra a Città Sant'Angelo. Un anno dopo l'inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, due giovani talenti arrivati da Kiev nel Pescarese hanno ritrovato il sorriso e la normalità grazie al calcio. Tra i tanti club abruzzesi che si sono mobilitati per aiutare i giovani in fuga dall'Ucraina, c'è anche la Renato Curi Angolana. La società nerazzurra ha accolto mesi fa due fratelli, gemelli per essere precisi, del 2004, che iniziano a ritagliarsi uno spazio importante nella formazione Under 19 e in prospettiva potranno arrivare anche in prima squadra.
Yurii e Dmytro Kucherenko, portiere il primo, centrocampista il secondo. Il numero uno della squadra Juniores dell’Angolana aveva iniziato alla Castrum, a Silvi, e a dicembre è passato alla Renato Curi. Oggi Yurii è un pilastro dell’Under 19 nerazzurra a suon di interventi decisivi, come il rigore parato nella gara contro i pari età del Montesilvano, e ha già fatto qualche apparizione in prima squadra.
“Sono arrivato qui il 1° giugno tramite alcuni amici che mi hanno invitato ad un Summer Camp insieme a mio fratello gemello Dmytro – ha racconta Yurii alla rubrica settimanale della LND Abruzzo – . Solo pochi giorni prima che scoppiasse la guerra ero stato a sciare con la mia famiglia in una località del mio Paese. Poi i bombardamenti. Il 6 marzo siamo arrivati in Montenegro dove ci siamo stabiliti fino a giugno. È stato difficile perché non ho potuto vedere la mia famiglia per quattro mesi, e sono riuscito a vedere solo mia madre a settembre.”
Yurii e Dmytro, compagni di squadra nella Juniores della Renato Curi Angolana, sono due ragazzi dai trascorsi importanti a livello giovanile anche nella loro Patria. “Giocavo a calcio già in Ucraina fin da quando avevo 14 anni con il Kolos Kovalivka, insieme a mio fratello, – continua Yurii – poi io ho fatto un provino con il Metalist Kharkiv, dove ho giocato con la Juniores fino ad un mese prima che iniziasse la guerra. Il mio modello è Ederson del Manchester City, un portiere affidabile e bravo a giocare anche con i piedi, cosa molto importante nel calcio moderno”.
Il portierino ucraino si è già inserito, come il suo gemello, nella mentalità italiana e nella famiglia della Renato Curi Angolana: “Mi piace il calcio italiano. Il livello è molto stimolante soprattutto tatticamente e ci sono diversi giocatori molto bravi anche in Eccellenza, così come in Prima Categoria dove ho giocato con la Castrum Silvi fino a dicembre. Con i miei compagni di squadra e con la società mi sto trovando benissimo. È grazie a loro che sto imparando l’italiano e mi aiutano molto anche sul campo”.
Una bella storia di accoglienza, inclusione e integrazione, quelle che spesso il lato migliore del calcio ci sa raccontare.
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