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L'ANALISI | Il Pescara allontana il baratro

Con il Pisa un 3-1 di pura sofferenza ma di inestimabile valore per continuare a sperare. La fiammella è ancora accesa, ma ora due trasferte consecutive e poi iniziano gli scontri diretti. In pochi giorni ci si gioca tutto

Sofferenza come poche altre volte, ma alla fine la vittoria è arrivata. È arrivata per 3-1 nei minuti finali, è arrivata contro il Pisa allenato dal pescarese Luca D'Angelo ed è arrivata come se si trattasse di una finale di Champions. Diciamola tutta: se il Pescara non avesse fatto risultato oggi, si sarebbe auto-condannato con largo anticipo alla retrocessione diretta in serie C. Quindi non bisogna essere troppo puntigliosi nei giudizi e invece prendere ciò che di buono ci ha regalato il campo, ovvero tre punti di valore inestimabile.

Anche la statistica ha confermato che il Pisa non va molto d'accordo con lo stadio Adriatico “Giovanni Cornacchia”, perché qui non vince dal lontano 1990, e lo stesso Luca D'Angelo fa fatica a fare bella figura nella “sua” Pescara, lui che è uno degli allenatori più emergenti della cadetteria. Buon per i biancazzurri, che ci hanno messo l'anima e bisogna scriverlo senza remore. Certo, l'impressione è sempre quella di una squadra che fa una fatica terribile, che mette ansia anche a chi commenta le partite, a concretizzare in rete le occasioni che in qualche modo crea.

Oggi di gol ne ha segnati tre, ma sempre lasciando quella impressione. Nel primo tempo Galano l'ha messa dentro per l'1-0 con un tiro non pulito a porta sguarnita, quindi nel finale si è scatenato il putiferio da una parte e dall'altra: 2-0 con il neo entrato Machin, ma subito dopo il Pisa è andato in gol per il 2-1 con 5 minuti di recupero ancora da giocare e i fantasmi pronti a materializzarsi per paura dell'ennesima beffa; infine la rete in contropiede di Busellato che ha messo fine alle ostilità.

Insomma, lati positivi e lati da rivedere. Di indiscutibile c'è la vittoria che tiene in piedi la baracca; ok l'atteggiamento offensivo con tre punte e un centrocampista di qualità alle spalle, ma anche il cuore oltre l'ostacolo. Ok il ritorno in campo del difensore Volta che potrebbe tornare utile in mezzo a troppe defezioni e ok l'aspetto psicologico che ora dovrebbe far scattare qualcosa nelle teste dei calciatori. Odgaard combattente, Scognamiglio leader in difesa e Busellato onnipresente in mezzo al campo.

Da rivedere: la confusione generale nella gestione del risultato, evidentemente complicata dalla paura di non farcela; qualche nervosismo di troppo non funzionale al risultato. Alcuni sostengono che questo successo sia stato figlio del modulo 4-3-3, lo stesso utilizzato contro Pordenone e Ascoli. L'allenatore Gianluca Grassadonia ha subito tenuto a precisare che non è d'accordo e che anche per i prossimi incontri tutto dipenderà da chi avrà a disposizione, e che ciò che conta davvero è la voglia di fare la partita e non di subirla, come troppo spesso è accaduto.

La curiosità verrà saziata subito, perché adesso ci sono due trasferte molto ostiche: lunedì a Monza e poi sabato a Brescia. Dopo toccherà agli scontri diretti, uno dietro l'altro a sancire il destino delle formazioni in lotta per la retrocessione. Non si salverà solo la più forte o la meno debole, ma soprattutto chi saprà resistere meglio agli urti senza la possibilità di respirare.

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