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Pescara, ecco la ricetta di Colonnello per i play-off: "Coraggio e mentalità"

L'ex difensore biancazzurro, oggi allenatore, fa le carte alla post season del Delfino: "Saranno partite molto diverse da quelle del campionato. Conosco D'Ursi, che ho allenato l'anno scorso: sta ritrovcando fiducia e sarà l'arma in più"

Coraggio, baricentro alto e voglia di rischiare qualcosa. E' la ricetta consigliata da Gianluca Colonnello al Pescara per un play-off da protagonisti. L’ex difensore del Pescara, oggi allenatore, è sempre presente quando gioca il Delfino. Il cuore è rimasto colorato di strisce bianche e azzurre. L'anno scorso, da vice di Carrera, sostituì Auteri alla guida del Bari in C. Quest'anno per Auteri stessa sorte in riva all'Adriatico, ma al suo posto c'è Luciano Zauri, che ha vinto due partite e ha già messo i piedi nel quarto posto.

Il cambio in panchina è arrivato nel momento giusto o è stato deciso troppo tardi? “Difficile giudicare dall'esterno, il Pescara però ha disputato un torneo altalenante e incostante, anche all’interno della stessa partita. Questo è un dato oggettivo. A gennaio sono arrivati buoni giocatori, che hanno dato più equilibrio per il calcio proposto dal Delfino. Ma è logico che ci si aspettava di più, sia dall’allenatore che dalla squadra. Va detto che dopo una retrocessione non è mai semplice ripartire. Scendere dalla B alla C è dura, cambia tutto, anche e soprattutto per la società. Non giustifico nessuno, ma con onestà bisogna riconoscere che non è facile tornare su”, ha detto Colonnello ai microfoni di Pillole di Sport, il format di Radio Cerrano Web.

Il rodaggio di Auteri costato carissimo nel girone d'andata: “Il Pescara ha un buonissimo organico, ma all’inizio è partito male. Ferrari è diventato titolare dopo nove giornate, e lui è il miglior attaccante in rosa. L’assestamento è arrivato un po’ tardi. Modena e Reggiana si erano già staccate, e sono squadre davvero forti. Ora la speranza è arrivare terzi, sarebbe molto importante”.

Ai play-off cosa bisogna aspettarsi dai biancazzurri? “Potrebbero trovare sulla sua strada buonissime squadre, come il Padova o la Reggiana. Partite durissime, ma i play-off sono una storia completamente diversa. Bisognerà migliorare, fare di più, essere intraprendenti. La squadra spesso gioca in modo compassato, anche per caratteristiche del centrocampo. Bisogna alzare il baricentro di venti metri, rischiare qualcosa in più”.

Con Zauri è esploso Eugenio D'Ursi, sarà l'arma in più? “L’ho avuto a Bari, è un giocatore fortissimo per la categoria. Ha iniziato a far vedere quello che vale. I gol li ha sempre segnati, sta riprendendo fiducia in se stesso e sono certo che sarà un’arma importante per i play-off”.

Nella sua carriera tre stagioni in biancazzurro e una promozione in serie A sfiorata nel biennio 1995-1997. “Il primo anno eravamo campioni d’inverno, purtroppo come a volte capita si creano situazioni interne che portano confusione ed è difficile porre rimedio. Fu un’annata bella, nel girone d’andata Andrea Carnevale realizzò 9 gol: eravamo davvero forti, purtroppo non riuscimmo a salire. La stagione successiva, con Delio Rossi, giocavamo un grandissimo calcio. Ricordo ancora che Bruno Pizzul nella telecronaca di Genoa – Pescara la definì “la partita di calcio più bella degli ultimi dieci anni”. Alla fine non riuscimmo a rientrare nella griglia delle quattro promosse in A, all’epoca non c’erano i play-off. Eppure dall’interno, io ero convinto che alla fine saremmo stati promossi...".

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