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Pescara quinto, un flop annunciato: tutti gli errori

Delfino ai play-off dal turno preliminare. Pagate a caro prezzo scelte sbagliate fin la scorsa estate dopo la retrocessione. Su tutte, quelle di portare Auteri in panchina e un ds non all'altezza delle ambizioni della piazza. Il mercato di gennaio e l'esonero tardivo le "ciliegine" su una stagione finora più che deludente

Il Pescara chiude al quinto posto nel girone B di serie C: un fallimento annunciato, anche se restano da giocare i play-off partendo dal turno preliminare di domenica prossima in casa contro la Carrarese. In caso di superamento del turno, mercoledì 4 maggio, sempre all’Adriatico, i biancazzurri se la vedranno, in gara secca, con l’Ancona Matelica, se passerà il turno con l’Olbia. Diversamente, con la vincente della sfida Gubbio-Lucchese.

Gli errori

Una serie di errori più o meno clamorosi fin dalla scorsa estate in sede di mercato, coperti da fiumi di alibi, seguiti al peccato originale di questa stagione: la scelta dell’allenatore, avvenuta tra l’altro prima di annunciare il nome del ds. Un flop dopo l’altro.

Auteri non era l’uomo giusto per il Pescara e per Pescara, squadra e piazza abituate negli anni a tecnici giovani e rampanti e non a mestieranti usurati dal tempo e con curricula impolverati. Matteassi non ha esperienza ad alti livelli, non ha mai allestito squadre per vincere in piazze prestigiose (ai play-off con il Piacenza era un outsider e il titolo di miglior ds di C nel 2019 non è una garanzia di qualità...), non è uno scouter di professione (quanti rimpianti per l’addio a Repetto…) e ha fatto fatica sul mercato estivo, condizionando poi tutta la stagione (basta ricordare gli errori fatti nella costruzione del centrocampo la scorsa estate e il sovraffollamento dell’attacco fino a dicembre, ma ce ne sarebbero molto altri). Anche il mercato di gennaio è stato forse sopravvalutato: Cernigoi non ha fatto compiere il salto di qualità come vice Ferrari, De Risio è arrivato in condizioni non eccelse, non avendo giocato per mesi a Bari, Pontisso ha firmato solo per sei mesi e, oltre alla fragilità fisica, probabilmente non ha sposato la causa fino in fondo, sapendo che a fine stagione sarà svincolato e sul mercato. E la scelta di non esonerare Auteri mesi fa, con la squadra già spenta e scarica e le tante brutte figure inanellate durante la stagione, resta un altro mistero di questo campionato.

Il presidente Sebastiani, al di là della cessione o meno del club e dell’esito dei play-off, farebbe bene a studiare rapidamente un ribaltone, altrimenti si rischia di condizionare anche la prossima stagione.

A Zauri non si può addossare alcuna responsabilità, se non una: perché accettare di salire a bordo di una macchina con il serbatoio quasi vuoto e il motore che balbetta da mesi? Probabilmente il tecnico marsicano se lo starà chiedendo in queste ore. Si è accollato un rischio, e una responsabilità, che a questo punto della stagione avrebbe dovuto pagare Auteri, non lui. Ora ha davanti i play-off per dare un senso alla sua scelta azzardata di dire sì alla chiamata del Delfino.

Ma che Pescara vedremo negli spareggi promozione? Difficile immaginarsi una squadra molto diversa da quella attuale, dopo il flop contro l’Imolese (solo 4 punti nelle ultime 13 trasferte!): senz’anima, piatta, macchinosa, dall’atteggiamento sconcertante. Il rischio di uscire subito è piuttosto concreto, considerando la difesa da brividi, capace di prendere l’ennesimo gol da palla inattiva (41 reti incassate, davvero troppe), e le difficoltà sul piano fisico.

Cosa comporta il quinto posto? Solo conseguenze negative. Il Pescara ha perso la possibilità di saltare il primo turno del 1° maggio, approfittando per lavorare e ritrovare la condizione. Non solo: ha perso anche la chance di essere testa di serie nella fase nazionale, se avesse vinto il primo turno. Le teste di serie giocano il ritorno in casa e passano il turno in caso di parità complessiva dopo 180′.

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