Era in tribuna per Pescara-Rimini, ora il pescarese Luca D'Angelo ha trovato panchina in B
Prima di iniziare ufficialmente la sua nuova avventura in cadetteria, il tecnico ex Pisa è stato sugli spalti dell'Adriatico per il posticipo di C
Prima di iniziare la sua nuova avventura in panchina, il pescarese Luca D’Angelo - classe 1971 - si era concesso lunedì una serata da tifoso, oltre che da tecnico sempre impegnato nello studio e nell'aggiornamento. Adesso D'Angelo è ufficialmente il nuovo allenatore dello Spezia, al posto di Alvini, in Serie B ma prima di tuffarsi nella nuova avventura ligure era stato notato in tribuna allo stadio Adriatico per seguire il match Pescara-Rimini e, probabilmente, tifare per la squadra di Zeman dati i suoi natali. I biancazzurri, però, nel posticipo della tredicesima giornata del girone B, non sono andati oltre il pari per 1-1 contro il Rimini. Nelle ore successive alla partita ha trovato concretizzazione ufficiale l'ipotesi che circolava già da tempo: è il 52enne tecnico pescarese il nuovo tecnico della squadra di La Spezia.
Prima di tornare in panchina, D'Angelo ha passato gli ultimi mesi a seguire da vicino il Delfino e gli allenamenti di Zeman, dalla preparazione precampionato fino alle ultime partite casalinghe all’Adriatico, ultimissima inclusa come detto.
Dopo la mancata conferma alla fine della scorsa stagione a Pisa, dove aveva sfiorato la promozione in Serie A nel 2022 nella finale playoff contro il Monza, l’ex difensore di Chieti, Castel di Sangro e Giulianova - tra le altre - si tuffa adesso in una nuova sfida in serie B.
“Dopo cinque anni a Pisa, che nel calcio sono un’era lunghissima, ho scelto un’altra piazza calda e appassionata”, ha detto sera i D’Angelo durante la presentazione ufficiale nella sede dello Spezia. “So che c’è una rivalità tra Spezia e Pisa, ma io posso solo dire ai tifosi che metterò tutto quello che ho affinché lo Spezia risalga e torni ad essere la squadra che tutti si aspettano. Questa squadra è costruita bene, ma non ha assorbito bene la retrocessione dalla A. Cercherò di essere più vicino possibile ai giocatori del mio gruppo. Ho giocato a calcio per vent’anni e capisco quello che ora sta accadendo a livello psicologico. Qui tutti si allenano bene e nessuno si tira indietro, ma ci sono difficoltà. Cercherò di ridare tranquillità e mettere qualcosa delle mie idee di calcio, che sono differenti da quelle di Alvini. Non migliori o peggiori, ma differenti”.