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Sebastiani-Zeman, niente faccia a faccia: il presidente non si presenta al Poggio

Il tecnico è stato convocato dal ds Leone e da Vincenzo Marinelli. Presente all'incontro anche Peppino Pavone. La frattura sembra essersi ricomposta: niente esonero per ora. Ma la farsa non è ancora finita...

Tanto clamore per nulla. Daniele Sebastiani ha delegato i suoi collaboratori e non si è presentato al centro sportivo Poggio degli Ulivi per l'atteso e annunciato colloquio chiarificatore con Zdenek Zeman. Dopo il botta e risposta fra i due mediante dichiarazioni alla stampa poco eleganti e professionali, ci si aspettava un confronto civile fra due personaggi che si sono accusati vicendevolmente, scaricando ognuno sull'altro le responsabilità dell'annata in corso.

Uno dei due mente in maniera spudorata in merito a queste presunte dimissioni che il mister avrebbe presentato già a inizio campionato. Di certo entrambi hanno sbagliato tempi e modi per esporre in pubblica piazza i propri risentimenti. Se è tutto vero ciò che ha riferito l'allenatore alla vigilia della delicata partita contro il Novara, non abbiamo scoperto nulla di nuovo.

Si sa da maggio scorso che Zeman non avrebbe avuto le necessarie garanzie per poter lavorare con un organico all'altezza della situazione e conforme alle sue peculiarità tattiche, ma la sfida è stata comunque accettata con la consapevolezza che il miracolo calcistico non si sarebbe ripetuto. Ora, messo in discussione il suo operato, Zeman mette le mani avanti e cerca di giustificarsi accusando il presidente di non aver portato a termine determinate operazioni di mercato. Dal canto suo, Sebastiani nega di aver respinto le dimissioni del tecnico che, a suo dire, non sono mai state presentate.

Nel mezzo della querelle, una serie di allusioni e battutine di basso profilo, appesantite da parole forti e per certi versi volgari che rispecchiano la personalità spavalda dei due protagonisti. Rispetto a Sebastiani, al boemo va riconosciuto il coraggio di parlare con cognizione di causa e senza tirarsi indietro.

L'assenza del presidente all'allenamento di oggi pomeriggio, dopo aver lanciato il guanto di sfida, è discutibile. O forse è un segnale di distensione, fondamentale in un momento così delicato della stagione.

Ad oggi, ognuno resta al proprio posto. Zeman in panchina e Sebastiani nella stanza dei bottoni. Il panettone, dai canditi amari, sarà comunque indigesto per la tifoseria che ancora una volta appare smarrita, confusa e soprattutto abbindolata.

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