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Il sogno di Colonnello: "La panchina del Pescara? Un giorno, chissà..."

L'ex difensore biancazzurro, oggi allenatore, in attesa di una chiamata (forse di nuovo dalla Grecia), spera di avere in futuro una chance con il Delfino: "Io per la città in cui vivo e per un club in cui ho giocato e lasciato il cuore sono sempre a disposizione"

“La panchina del Pescara? Io per la città in cui vivo e per un club in cui ho giocato e lasciato il cuore sono sempre a disposizione. Sarebbe bellissimo misurarsi con una realtà come quella biancazzurra e con questo ambiente. Ho fatto tanat gavetta e spero di avere un’occasione importante nel prossimo futuro”. Parole di Gianluca Colonello, 49 anni, ex difensore biancazzurro dal 1995 al 1997 e nel 2003-2004. L’ex terzino sinistro di Lecce e Perugia nei giorni scorsi ha fatto da testimonial all’evento “Pescara Amarcord”, la cena solidale delle vecchie glorie biancazzurre, fermandosi a commentare la situazione in casa del Delfino.

Spesso, durante la stagione, è stato presente all’Adriatico nei match dei biancazzurri. “Bisogna ripartire – ha detto Colonnello, arrivato fino all’Europa League sulla panchina dell’Aek Atene – , anche fidarsi del presidente perché sappiamo tuti che ad oggi è molto difficile però al di fuori non è semplice capire certe dinamiche del calcio però all’interno non è semplice gestire tante situazioni soprattutto dopo le ultime due annate. Bisogna fidarsi, riorganizzarsi e soprattutto ritrovare un po’ di entusiasmo perché il calcio deve rappresentare un gioco e gioia”.

Tornare su dalla C è un’impresa titanica. Colonnello lo sa, avendo seguito da vicino il “suo” Lecce, piazza in cui ancora oggi è un idolo, avendo giocato una serie A pazzesca in Salento vent’anni fa, e avendo guidato assieme a Massimo Carrera il Bari per una breve parentesi l’anno scorso. “Sono passato attraverso diverse società e ricordo che il Lecce ha impiegato sei anni per risalire in serie B – racconta l’ex difensore, oggi testimonial anche del Premio Terrazza d’Abruzzo sullo Sport di Guardiagrele – . Sono stato anche a Bari l’anno scorso e ho visto con i miei occhi quanto sia difficile per una piazza prestigiosa calarsi nella realtà della C e trovare la chiave per vincere. Per tornare su servono sacrifici, avere una giusta programmazione, ma soprattutto entusiasmo per tutto quello che capita intorno a noi, bisogna tornare ad essere più leggeri. La mia carriera? Certe situazioni vanno vissute in tutte le categorie, sono partito dalle giovanili per poi arrivare in Europa League. Da parte mia, avendo fatto tutto da solo, è una soddisfazione maggiore. Io al Pescara? Sono ottimista, qualcosa di buono può sempre accadere. In questa città ho sfiorato una promozione in A e vorrei vivere la gioia di vincere qui un campionato”.

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