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Martedì, 23 Aprile 2024
Calcio

Amarcord Cammarata: "Che bella la mia esperienza con la RC Angolana"

Il vice allenatore del Melbourne Victory dall'Australia ricorda la stagione in D con i nerazzurri: "Un'annata che porto nel cuore, ho tanti amici lì, come Fuschi. Spero di tornare ad allenare in Italia"

"Sto vivendo un'esperienza fantastica, in un Paese splendido e una vittà in cui si vive benissimo. A livello professionale, sono felice perché lavoro per una delle squadre più importanti del calcio australiano. E' come se fossi al Milan o alla Juventus in Italia...". Fabrizio Cammarata si racconta dalla lontana Melbourne, Australia, ai tifosi della RC Angolana intervenendo in diretta sulla pagina Facebook del club di Città Sant'Angelo.

L'attuale vice allenatore del Melbourne Victory ha indossato la maglia della formazione nerazzurra nel torneo 2010/2011: furono 13 gol in serie D per il siciliano. Un'esperienza ancora viva nei suoi ricordi: "E' stata un'esperienza bellissima, era la mia prima volta in serie D. Ero arrivato solo per allenarmi, il presidente Bankowski e tutti gli altri mi hanno accolto in modo splendido. I ragazzi mi chiedevano: perché non resti qua? E l'idea è diventata realtà. Ho accettato di restare in una squadra con tanti giovani, restando vicino casa e cercando di aiutare il gruppo e dimostrare ancora il mio valore. Una stagione con tanti rimpianti, abbiamo mancato i play-off per un punto. Eravamo una squadra con tanti giovani, ma una bella squadra. C'erano grandi squadre, come Teramo, Samb e altre. Sembrava una vecchia C2 più che la D... Per me fu una stagione importante: dentro di me sapevo che avrei dovuto portare il mio entusiasmo, e così ho fatto. Avrei voluto proseguire, ma il tecnico che arrivò l'estate successiva aveva idee diverse. Ricordo i compagni, come Parmigiani e Napolano, davvero bravi. Ricordo bene tutti i gol segnati quell'anno. Di solito li ricordo tutti...".

In quella squadra un mix perfetto di esperienza e giovani di qualit°. "C'era Fuschi, con cui ero molto amico anche fuori dal campo. Parmigiani, che viveva in un mio appartamento in affitto e mi prendeva in giro: "Solo con me potevi andare in doppia cifra...", mi diceva sempre. E c'erano giovani interessanti, come Del Pinto, che poi è arrivato in serie A".

A Sulmona la prima esperienza da allenatore: "Iniziai come giocatore, poi la società ebbe problemi economici e il gruppo mi chiese di diventare allenatore. Sfiorammo la promozione in D perdendo la finale play-off. Una bella esperienza, come allenatore una di quelle che ricordo con maggior piacere. Vincemmo anche la Coppa Italia di Eccellenza".

Dopo una parentesi nelle giovanili del Pescara, è iniziato il suo giro del mondo da allenatore: "Il presidente Sebastiani mi dette una chance con i ragazzini, ma a stagione in corso mi ritrovai alla Primavera, poi due anni all'Under 16 e ancora in Primavera. Dopo quelle esperienze, ho preferito seguire le mie ambizioni e diventare allenatore di prima squadra. I dilettanti però non mi davano sicurezze, ho preferito iniziare nei professionisti. Arrivò la chiamata dai russi del Grozny, partendo dalle giovanili. Viaggiare, conoscere altre culture e imparare meglio l'inglese, è sempre stato un obiettivo. Certo, allenare in Italia mi piacerebbe, sono onesto".

Delli Carri, che era il suo direttore all'Angolana e al Pescara, lo ha portato anche in Albania: "Ero già lì, lui arrivò all'Apolonia per la salvezza. Non riuscimmo a raggiungere l'obiettivo, ma potevo restare per vincere la B albanese. Poi mi ha chiamato il mio amico Grella per propormi l'Australia, come vice di Popovic al Victory. L'anno scorso abbiamo vinto la Coppa e siamo arrivati secondi. Quest'anno le cose vanno meno bene, ma siamo in corsa per i play-off. L'Italia è un obiettivo, ma non ho procuratori che mi sponsorizzano, quindi attendo un'eventuale chiamata...".

Il sogno è una panchina importante in A, magari in una delle piazze in cui è stato bomber di successo: "Il Verona mi ha dato tanto, la mia prima volta nei professionisti: due vittorie in B, 10 gol in serie A. I tifosi ancora oggi mi riempiono di affetto".

L'ultimo pensiero ancora per i nerazzurri terzi in Eccellenza: "In bocca al lupo a mister Miani e ai tifosi dell'Angolana: ho vissuto un'esperienza favolosa, quando ti trovi bene in un posto e in un gruppo la categoria non conta. Spero un giorno di tornare al Petruzzi a vedere qualche partita dei nerazzurri. La società nerazzurra può diventare una vetrina per i giovani nelle categorie superiori, gli auguro di arrivarci perché la piazza lo merita".

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