L'ex Lecco e Pescara Ferraresi: "I lombardi in B una sorpresa, peccato per il nostro Delfino"
Il centrocampista di origini marchigiane, pescarese d'adozione, ha giocato per due stagioni sulla sponda del Lago di Como: "Città piccola e ricca, ma con tanta pressione sulla squadra di calcio"
Sognava di gustarsi una finale da doppio ex, tra Pescara e Lecco (con il cuore tutto rivolto ai biancazzurri), ma Fabio Ferraresi alla fine ha dovuto ingoiare il rospo della finale tra Foggia e la sua ex squadra, la formazione lombarda che ha centrato il ritorno in B. L'ex centrocampista del Delfino, marchigiano d'origine ma ormai adottato dalla città dannunziana, ha giocato nel 2000/2001 e poi nel 2010/2011 con la formazione neopromossa tra i cadetti, 50 anni dopo l'ultima volta. “Non pensavo che vincessero - dice Ferraresi - , il Foggia sulla carta era più forte. Hanno vinto i più bravi, non i più forti, come ha detto il mister Foschi. Il Lecco è una rivelazione, ma ha tanti giocatori forti, come Lepore. Peccato per il Pescara: ancora di più ci sarà da mangiarsi le mani per tanto tempo. Credo che in finale contro i lombardi avrebbe vinto. Invece siamo ancora qui a pensare a quel gol subito all’ultimo secondo”.
Ferraresi ha vissuto due esperienze diverse a Lecco: ad inizio carriera (il club era sotto il controllo del Torino, Mazzola era il supervisore) e alla fine, accettando la chiamata di mister Giorgio Roselli. "Lecco è una città in cui si vive benissimo, il tenore di vita è altissimo. Ma, nonostante questo, e in barba alle dimensioni limitate della città, il calcio lì è molto seguito: la gente ci tiene, c’è pressione. I tifosi sono molto vicini alla squadra e sono anche polemici se le cose non vanno bene”, racconta Ferraresi.
Ai play-off i lombardi hanno stupito tutti, ribaltando ogni pronostico: “L’ho sempre pensato, i play-off sono un mini campionato in cui chi nessuno parte favorito. Dipende dalla condizione psicofisica, dall’autostima che si crea partita dopo partita. Il Lecco ne ha avuta tanta, soprattutto dopo la finale d’andata allo Zaccheria. E in casa, dopo aver subito lo svantaggio, hanno avuto una reazione da squadra, ha giocato e vinto meritatamente”.
Il Pescara riparte da Zeman: “E’ una scelta che dà continuità al lavoro fatto negli ultimi mesi. Il boemo è stato bravo ad adattarsi entrando in corsa, lo ha fatto fino alla gara di andata a Foggia, con equilibrio e senza voler incidere troppo. Poi ha voluto incidere troppo, secondo me ha cambiato troppo nelle pedine e nei cambi. Ripartire da lui però è la garanzia che si farà una squadra con giovani che hanno fame, cosa molto importante in C. Mi auguro, però, che non venga stravolta troppo la rosa e che qualche ragazzo rimanga. Sarebbe difficile ripartire solo con i giovani e con due, tre esperti che non è qui. Gente come Brosco e Cuppone ok, ma mi auguro che restino anche altri. O che arrivino un paio di elementi esperti, perché per vincere servono sempre alcuni elementi che in carriera abbiano vinto”.