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Anniversari dolceamari: 9 anni fa il Pescara tornava in Serie A

La squadra di Zeman batté la Sampdoria 3-1 a Marassi, ritrovando così il massimo campionato dopo 20 lunghi anni di attesa

È un anniversario dolceamaro quello che si celebra oggi: 9 anni fa, infatti, il 20 maggio 2012, il Pescara batteva la Sampdoria 3-1 a Marassi, tornando così in Serie A dopo una lunga attesa. Ora che i biancazzurri sono retrocessi addirittura in C, fa male ricordare che, poco meno di un decennio fa, il sogno del massimo campionato diventava realtà: il Delfino visse una nuova (strameritata) promozione dopo quella ottenuta con Giovanni Galeone nella stagione 1991/92, seguìta l'anno dopo dalla retrocessione. Un trionfo firmato indubbiamente Zdenek Zeman: fu infatti soprattutto il miracolo del tecnico boemo, arrivato in riva all'Adriatico fra lo scetticismo generale e poi osannato come il nuovo 'profeta'. Chi l'avrebbe mai detto?

Una curiosità: Zeman avrebbe dovuto guidare il Pescara già nel 1986. Il suo sbarco nel capoluogo adriatico sfumò per un soffio, e al suo posto iniziò l'era targata Galeone. Alla fine, seppur con un quarto di secolo di ritardo, questo matrimonio si consumò. Prima di Foggia, nella precedente stagione, il boemo era quasi finito nel dimenticatoio, anche a causa di alcuni insuccessi. Nell'estate 2011 l'offerta, coraggiosa, del Pescara, con la firma del contratto di un anno e la richiesta del premio promozione. 

Quasi una premonizione: fu una stagione che il Pescara dominò con numeri da record, ma soprattutto con un gioco spettacolare, grazie al 4-3-3 di stampo zemaniano. 83 punti - frutto di 26 vittorie, 5 pareggi e 11 sconfitte - e miglior attacco del campionato cadetto, con ben 90 reti (ma anche 55 subite). Il presidente Daniele Sebastiani voleva confermare Zeman anche per la stagione successiva, ma l'allenatore non seppe resistere al richiamo della Roma, tornando nella Capitale.

Zeman promozione 2-2

A Pescara sarebbe tornato cinque anni più tardi, prima per provare a risollevare il cammino in Serie A (ultima promozione firmata da Oddo) e poi per cercare di ricreare la stessa antica magia quando, inevitabilmente, si piombò di nuovo nel torneo cadetto. Purtroppo sappiamo tutti com'è andata a finire, ma il rapporto con i tifosi non si è mai scalfito, tanto che di recente - in occasione dei suoi 74 anni - è stata avviata una petizione per chiedere il ritorno di Zeman in città. Ad ogni modo, quella del 2011/2012 fu una cavalcata trionfale, iniziata a Verona, contro la formazione che tre stagioni prima aveva conteso ai biancazzurri la vittoria del campionato di Prima Divisione.

Poi il bis con l'Empoli, che precedette il primo ko stagionale a Modena. Ma la squadra ha sempre giocato per vincere, mantenendosi costantemente nei primi tre posti e dando spettacolo a suon di gol. In evidenza sin dalle prime giornate i gioielli dell'undici abruzzese: Marco Verratti, che sarebbe stato venduto al Paris Saint Germain, Ciro Immobile, il capocannoniere del torneo oggi bandiera della Lazio, e il futuro attaccante del Napoli Lorenzo Insigne, l'uomo in più di un organico che fece dell'entusiasmo, della spensieratezza e della compattezza le sue armi migliori.

Una stagione segnata però anche da una serie di tragedie: il 30 marzo l'improvvisa scomparsa, a soli 43 anni, del preparatore dei portieri Franco Mancini, fedelissimo di Zeman; il 14 aprile la morte in campo, all'Adriatico, di Piermario Morosini, centrocampista del Livorno; poi, il primo maggio, l'uccisione del capo ultras Domenico Rigante. Quasi reso più forte da questi lutti, il gruppo riuscì a rialzarsi - dopo le sconfitte con Reggina e Bari - e a portare a casa una serie A che in pochi si aspettavano. Tranne Zeman, che ne ha sempre avuto la certezza.

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