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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Calcio

30 maggio 1993: trent'anni fa la leggendaria cinquina del Pescara alla Juventus

All'Adriatico goleada dei biancazzurri sui campioni di Trapattoni: finì 5 a 1 e il pescarese Martorella segnò quel giorno il primo gol in serie A sotto la curva nord

Il 30 maggio 1993, esattamente trent’anni fa, all’Adriatico andava in scena la leggendaria partita Pescara – Juventus, vinta con un clamoroso 5-1 dal Delfino, guidato in quel finale di stagione in serie A da Vincenzo Zucchini, promosso dopo l'esonero di Galeone. Anche se la squadra biancazzurra quel giorno giocava da retrocessa in B, lo stadio era sold out. Arrivava la Juventus fresca di trionfo in Coppa Uefa e, come sempre capita nelle stagioni in massima serie del Delfino, gli spalti erano pieni di tifosi bianconeri arrivati da tutto l’Abruzzo e non solo. Dunga e compagni, però, scesero in campo con il chiaro intento di onorare la maglia fino in fondo e regalarsi un pomeriggio da grandi nell’ultima casalinga della stagione. Il gol iniziale di Ravanelli dopo 2’ lasciava immaginare la solita goleada di una big sul campo del derelitto Delfino. Invece, dopo il pari firmato da Allegri al 35’, il vento giro clamorosamente dalla parte dei pescaresi. Il sorpasso del compianto Borgonovo ad inizio ripresa e il tris, ancora di Allegri, alla mezzora, suonavano già come una mazzata per una Juve con la testa in vacanza. Nei minuti finali, però, arrivarono anche le firme di Antonio Martorella (41’) e Palladini (43’) a trasformare il ko bianconero in umiliazione. Per il giovane attaccante pescarese doc, la gioia indescrivibile del primo gol in serie A della carriera, nel suo stadio e con la maglia della squadra della sua città. “Ricordo tutto come fosse ieri – racconta l’ex biancazzurro, oggi presidente della Curi Pescara – . Ad esempio, l’orario d’inizio, le 16:30 della domenica: oggi non si gioca più a quell’ora in serie A. Per vedere la partita, allora, dovevi andare allo stadio. Non c’era la diretta in tv. E infatti lo stadio era stracolmo, anche se noi eravamo già retrocessi. Quando, nel tunnel, prima della partita, mi passò accanto Roberto Baggio, che era il capitano dei bianconeri, ebbi un fremito: sei mesi dopo diventò Pallone d’oro”. Quella vittoria del Pescara è tornata d’attualità nei mesi scorsi, dopo i 5 gol presi dalla Juventus a Napoli in campionato: “Il nostro record è durato poco meno di trent’anni”, sorride Martorella, che torna a raccontare quei momenti: “Ho ricordi nitidi di quando Zucchini mi disse di andare a scaldarmi nel finale. La speranza stava scemando perché la partita stava per finire. In quegli anni, erano possibili solo due cambi. Alla fine l’occasione arrivò e, al secondo pallone toccato, mi capitò quel pallone per fare gol. In quell’azione, tra l’altro, era coinvolto il meglio del calcio mondiale dell’epoca: il cross fu di Dunga, in porta nella Juve c’era Peruzzi: il primo un anno dopo vinse i Mondiali negli Usa da capitano del Brasile, il secondo fu giudicato tra i migliori portieri al mondo e poi vinse la Champions. Io ero intruso in mezzo a loro”.

A ventiquattr’ore dalla sfida decisiva di Chiavari, per accedere alle semifinali play-off di serie C, i tifosi biancazzurri di vecchia data si augurano che la ricorrenza del successo sulla Juventus possa diventare un portafortuna al Pescara di oggi, che sta riaccendendo gli entusiasmi della città. “Ce lo auguriamo tutti. Quando in una storia come quella del Pescara si scrivono pagine così belle, è sempre uno stimolo per chi arriva negli anni successivi rileggere e conoscere pagine così prestigiose per caricarsi e dare il massimo prima di una sfida fondamentale come quella di Chiavari. Spero proprio che ai biancazzurri porti fortuna”.

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