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Domenica, 3 Dicembre 2023
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Due cuori e una maratona, quella di New York: l'avventura di Mario e Cinzia [FOTO]

“La prima cosa che ho fatto al traguardo? Cercare mia moglie e dirle «Ti amo»”. Mario Di Peco, noto mental coach, ha condiviso con la moglie Cinzia Schiavone la fantastica esperienza, non solo sportiva, nella Grande Mela

“La prima cosa che ho fatto al traguardo? Cercare mia moglie e dirle «Ti amo»”. Mario Di Peco, noto allenatore mentale e formatore, è stato tra i 58 abruzzesi partecipanti all'edizione numero 52 della più importante Maratona al mondo, quella di New York, storica perchè ha segnato il nuovo record della manifestazione tra gli uomini (firmato dall'etiope Tamirat Tola in 2 ore, 4 minuti e 48 secondi), ma l'esperienza, già di suo eccezionale, è stata resa unica dalla presenza in corsa anche di sua moglie, Cinzia Schiavone, anche lei allenatore mentale. Due cuori ed una maratona, con due tifosi speciali lontano: i figli Roberto 10 anni, che gioca tra gli Esordienti del Pescara Calcio e prende lezioni di kung fu, ed Aurora, 7 anni, innamorata della danza classica.


 

L'idea di partecipare alla cosa nasce da lontano, dall'attività di coaching ma anche dalla passione per la sfida ("Partecipare a una maratona è un'opportunità per mettersi alla prova, superare i propri limiti fisici e mentali e dimostrare di poter affrontare qualsiasi cosa", racconta Mario), per confermare la già alta credibilità professionale e provare ad essere di ispirazione per le persone a mettersi alla prova per diventare la loro migliore versione. "Partecipare alle maratone ci permette di vivere in prima persona l'esperienza degli atleti. Per questo oggi siamo in grado di fornire un supporto più efficace ed empatico durante la preparazione e la gara. Noi viviamo come se fossimo atleti professionisti… questo è lo stile di vita che abbiamo scelto per noi stessi", ribadisce Mario che aveva come obiettivi, anche nella Grande Mela, di sperimentare nuove strategie mentali e di compiere un ulteriore step nella continua crescita personale.


 

Sono già rientrati in Italia, con scalo a Londra, dopo l'appuntamento newyorkese del 5 novembre che li ha profondamente arricchiti. “E' la regina delle maratone, un viaggio incredibile che ci ha trascinato attraverso le affascinanti strade della City”, racconta ancora Mario. “Per noi, la passione per le sfide e il superare i limiti è il motore che ci spinge ad allenarci sia nello sport che nella vita di tutti i giorni. La maratona è diventata il simbolo tangibile di questa filosofia, una metafora della nostra costante ricerca di crescita e realizzazione personale. Ogni passo che abbiamo fatto lungo i 42,195 chilometri è stato un vero e proprio atto di sfida a noi stessi. Ogni battito del nostro cuore, mentre affrontavamo le salite e le discese, ci ha spinto a superare ogni limite che ci siamo posti. La fatica, il dolore e la stanchezza sono state le nostre alleate, perché ci hanno insegnato che solo superando gli ostacoli possiamo arrivare sulla linea del traguardo”.


 

Ma c'è dell'altro. Assai importante. E ce lo spiega proprio Mario. “Questa maratona non è stata solo un traguardo personale per noi. Avevamo un obiettivo profondo, quello di essere un esempio per i nostri figli e di ispirare gli altri. Vogliamo dimostrare che con determinazione, impegno e una visione chiara dei propri obiettivi, è possibile realizzare qualsiasi cosa si desideri. Vogliamo trasmettere il concetto che il successo non si ottiene solo con il talento, ma con il duro lavoro e la perseveranza.

Ogni chilometro percorso durante la maratona è diventato un momento di riflessione, un'occasione per ricordare perché eravamo lì e per concentrarci sulle nostre motivazioni profonde. Eravamo consapevoli che, come mental coach, non solo saremmo diventati degli esempi per i nostri figli, ma saremmo stati anche un riferimento per le persone che ci hanno seguito e supportato nel nostro percorso.Il pubblico che ci ha incoraggiato lungo il percorso non faceva che alimentare il fuoco che bruciava dentro di noi. Le loro parole di sostegno, i sorrisi e gli applausi ci hanno dato la forza necessaria per superare momenti di difficoltà e rafforzare il nostro impegno nell'essere un faro di ispirazione per gli altri. La Maratona di New York è stata una tappa fondamentale nel nostro percorso di crescita personale. Ci ha mostrato che il vero valore delle sfide non risiede solo nella vittoria, ma nel coraggio di affrontarle, nella dedizione messa nei preparativi, nell'impegno costante e nella perseveranza nel raggiungere i propri obiettivi”.


 

Al di là del risultato sportivo, resta la grande soddisfazione di aver vissuto un'esperienza unica. In coppia, oltretutto. “Siamo grati per questa esperienza che ha arricchito la nostra vita e per l'opportunità di condividerla con i nostri amici, e conoscenti. Speriamo che questa storia possa essere un incentivo per tutti coloro che sentono il desiderio di sfidarsi, superare i propri limiti e ispirare gli altri lungo il proprio cammino. La maratona di New York è stata solo l'inizio di un viaggio senza fine, fatto di nuove sfide, scoperte personali e obiettivi sempre più alti. Siamo pronti a continuare a correre, sia sulle strade dello sport che nella vita, col desiderio di essere una fonte di ispirazione per tutti coloro che ci circondano. Ecco perché, per noi, il valore della maratona va ben oltre il traguardo: è il simbolo di una mentalità intraprendente, di una volontà di fare la differenza e di un'ispirazione continua per superare i nostri limiti e vivere una vita piena di passione”.

Due cuori e una maratona, quella di New York: l'avventura di Mario e Cinzia

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