Siringhe, boccette vuote e immondizia: una residente denuncia il degrado della pista ciclabile tra i ponti Flaiano e delle Libertà [FOTO-VIDEO]
«Siringhe (con ago e senza cappuccio), boccette vuote di non so cosa (immagino sia qualcosa usato per potersi iniettare droga), spesso cucchiai d'acciaio e bottigliette d'acqua lasciate lì in attesa della prossima dose, immondizia abbandonata ovunque, sfalci tagliati e lasciati lì a seccare e vegetazione selvaggia, perché la cura del verde non è così frequente come dovrebbe».
Queste sono le condizioni della pista ciclabile che collega il ponte della libertà al ponte Flaiano come segnala una residente.
Questo spiega la cittadina: «Utilizzo questo tratto di pista ciclabile per raggiungere il lungofiume e poi la riviera, ogni volta che la imbocco mi chiedo: "chissà questa volta cosa incontrerò!?". Pedalo avendo nella mia borsa dello spray al peperoncino e il telefono a portata di mano e spesso mi ritrovo ad accellerare la pedalata perché non mi sento affatto sicura. Inutile dire che dall'imbrunire in poi evito proprio di passarci, perché senza illuminazione (lampioni rotti e credo comunque mai entrati in uso) e col calar del sole diventa terra di nessuno!».
«Vi racconto proprio l'ultimo dei diversi "incontri" fatti lungo la ciclabile», prosegue, «venerdì mattina pedalando per andare al mare, ho notato sul marciapiedi una bottiglietta d'acqua con accanto un cucchiaio e della carta stagnola, al ritorno due persone erano inginocchiate proprio lì intente a prepararsi la loro dose. Erano le 18:30, non l'una di notte, lungo la pista ciclabile eravamo solo loro e io, perché la maggior parte delle persone evita di passarci e come loro, anche io non so quanto ancora avrò voglia e "coraggio" di passarci! Si fa tanta pubblicità dell'impegno del Comune per incentivare l'uso della bicicletta, si fa un gran parlare della realizzazione di piste ciclabile per rendere Pescara una città a portata di ciclista e poi le si abbandonano così, al degrado e all'insicurezza. La cosa mi fa tanta rabbia, perché Pescara potrebbe davvero essere una città vivibilissima sulle due ruote e invece queste realtà non fanno che disincentivarne l'utilizzo».