Chiusura delle scuole, una cittadina scrive a Marsilio: "Non si trasformi in moneta ciò che non ha prezzo"
Egregio Presidente Marsilio, ho appena letto su IlPescara del “botta e risposta” tra lei e la consigliera regionale Scoccia in merito alla chiusura delle scuole. Premetto subito che dal mio punto di vista il lavoro svolto finora dall’amministrazione regionale sia stato all’altezza di questa tragedia, quanto a interventi attuati e tempestività (ove possibile) nelle decisioni prese, il tutto corredato da informazioni, dati e dettagli che permettono al cittadino di comprendere lo stato e l’evoluzione giornaliera del problema locale, cosa non da poco, considerando il marasma di notizie da cui veniamo bombardati in ogni momento.
Addolora però molto me, e sicuramente molti genitori abruzzesi, leggere ciò che è stato ribadito nelle ultime righe della risposta alla consigliera. Non vorrei mai che ci si adoperasse a sostenere e promuovere la chiusura delle scuole in Abruzzo purchè bilanciata dai sussidi che già sono previsti nelle regioni “rosse”. Mi addolora constatare che il dissidio “scuole chiuse-scuole aperte” venga ridotto a una questione di opportunità di sostegni economici da ottenere in caso di chiusura piuttosto che rilevarne l’enorme gravità ed annesse conseguenze che tale decisione in realtà potrebbe causare.
Tutti stiamo adoperando rinunce e riprogrammando la nostra vita, con evidenti e tangibili sacrifici economici e sociali, lo ripetiamo tutti i giorni in ogni angolo di questa nazione martoriata. Ma ci sono cose che almeno per me, finchè avrò vita, continueranno a non avere mai alcun prezzo, sussidio, ristoro o mancia che sia. Succede che un figlio si attardi dal tornare da scuola (1a media) perché alla prof d’italiano ha voluto esternare nel modo più sincero ed autentico, tipici della sua età, la commozione provata nell’ascoltare una lezione sull’Iliade nella quale la prof ha messo tutta se stessa, riuscendo nel non facile compito di trasmettere emozioni e suscitare interesse a tutta la classe.
Una lezione che probabilmente si ricorderà per sempre. Sarà forse il ricordo della quinta elementare finita come un tragico aborto, con un lungo pianto insieme alle maestre mediato dal video e dal sonoro, il motivo per il quale lui oggi abbia preferito prolungare quella “presenza” dove comunicare finalmente dal vivo le proprie emozioni alla prof d’italiano. Sono attimi che non torneranno più… ciò che passa attraverso un gesto, uno sguardo, il tono della voce, compreso quell’”odore della scuola” che a tutti riconduce a ricordi passati, ha avuto, ha ed avrà sempre un valore immenso e indiscutibile, in barba a tutto ciò che è diventato virtuale e pardon…”smart”, che fa più “figo”…
Rigetto l’idea, sempre più prevalente, che il danno principale alle famiglie nel chiudere le scuole sarebbe quello di non poter pagare delle baby sitter. È un equazione di facile soluzione… alla fine basta contrattare con parti politiche e tutto si sistema. Ma trasformare in moneta ciò che non ha prezzo, ciò che non dovrebbe neanche essere messo nel piatto della mediazione politica, sarebbe il vero fallimento di un sistema e un vero danno per tutti. Pensateci bene.