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Presentosa abruzzese, il gioiello tradizionale della nostra regione

Il gioiello è diventato celebre grazie a Gabriele D’Annunzio, che l’ha descritto nella tragedia del 1894 “Il Trionfo della Morte”

Non c’è donna, ma anche uomo, che in Abruzzo non conosca la Presentosa, un ciondolo prezioso tradizionale. È tondeggiante ma presenta delle dentellature e al centro, in genere, ci sono due cuori. È facilmente reperibile in oro e anche in argento e, a seconda della zona e dell’orafo, è possibile trovare delle variazioni.

Le origini

Difficile risalire alla prima Presentosa, ma l’antropologa Adriana Gandolfi – autrice di La Presentosa. Un gioiello degli Abruzzi fra tradizione e innovazione – sostiene che questo gioiello, così come tutti quelli risalenti al Settecento, aveva un significato emblematico. Infatti la indossava la promessa sposa, mostrando alla comunità il suo status di donna impegnata. La parola deriva dal termine dialettale “presentènze”, per l’appunto donna che presenta di essere promessa sposa.

Tuttavia il gioiello è diventato celebre grazie a Gabriele D’Annunzio, che l’ha descritto nella tragedia del 1894 “Il Trionfo della Morte”. Questo è il passaggio descrittivo dannunziano che l’ha resa famosa:

Portava agli orecchi due grevi cerchi d'oro e sul petto la Presentosa: una grande stella di filigrana con in mezzo due cuori.

Chi ha creato la Presentosa, si è ispirato ai grandi rosoni delle chiese. Il gioiello sembra appartenere alla città di Guardiagrele, ma la sua diffusione e produzione non è nota. Ciò che è certo che ne esistono varie versioni, come quella di Sulmona, che vuole una chiave tra i due cuori centrali, o di Pescocostanzo, con un solo cuore, o di Agnone, on una goccia di passione o di sangue.

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