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Salute

Maculopatie, nell'ospedale "Spirito Santo" si curano con i flussi laminari

Alta tecnologia e maggiore sicurezza per i pazienti grazie a questa tecnica

Nell'ospedale di Pescara, per la cura delle maculopatie, vengono utilizzati i flussi laminari.
In Abruzzo sono circa 10 -12 mila i pazienti affetti da maculopatia, una malattia che coinvolge la parte centrale della retina detta macula, il centro della visione distinta, con un aumento annuo di 500 pazienti, ognuno dei quali è costretto a sottoporsi da 3 a 10 trattamenti annuali, per un totale di circa 5 mila trattamenti all’anno, su tutto il territorio regionale.

L’unica terapia di dimostrata efficacia ed efficienza è quella che prevede l’iniezione di farmaci ad attività antiblastica (Anti Vegf- anti fattore di crescita endoteliale vascolare) all’interno dell’occhio, la terapia iniettiva intravitreale.

Il centro macula di Pescara esegue circa 2 mila procedure intravitreali all’anno, con circa 200 pazienti nuovi annui. A questi si devono aggiungere i pazienti che presentano maculopatie su base vasculopatica, quali i diabetici e le trombosi, pertanto il numero sale vertiginosamente al punto da impegnare ambienti e personale sanitario che necessariamente devono essere totalmente dedicati al problema, ciò comporta ovvie ripercussioni in termini strategici, organizzativi, logistici, per i pazienti in primis e per gli operatori poi. La chirurgia oculare, come informano dalla Asl di Pescara, richiede il massimo livello possibile di asepsi, perché le possibili infezioni (endoftalmiti) puossono essere molto gravi e spesso irreversibili. L'aria sterile è un requisito indispensabile per il buon funzionamento di una sala operatoria oftalmica.

Proprio con l’obiettivo di abbattere i lunghi tempi di attesa, nell’unità operativa complessa (Uoc) di Oculistica della Asl di Pescara, è stato organizzato un servizio macula che può garantire lo smaltimento delle procedure chirurgiche delle iniezioni intravitreali in massima sicurezza, secondo una precisa programmazione temporale. Con il fine di garantire il massimo della sterilità all’interno della sala dedicata, si è provveduto a dotare la Uoc di Oculistica, di un dispositivo, unico in Abruzzo e tra i primi in Italia, che consente di ottenere la sterilizzazione di tutto l’ambiente circostante. Tale dispositivo si basa sul concetto dei flussi laminari. L’utilizzo di questo dispositivo consente al centro macula di abbattere i tempi di attesa e di migliorare la qualità della prestazione per il paziente. Michele Marullo, direttore della Uoc di Oculistica, ne spiega la funzionalità e i vantaggi: 

«In sostanza viene creato un flusso laminare di aria ultrapulita in direzione dei ferri e del campo chirurgico, senza che vi siano interposizioni di altri macchinari, quali il microscopio operatorio, la lampada scialitica o la testa dello stesso chirurgo. Il dispositivo dotato di un filtro Hepa 14 (high efficiency particulate air filter), il massimo nella sua categoria, elimina il 99.995% dei batteri e microorganismi aerodispersi, compreso il Coronavirus  Sars Cov-2. Il processo di depurazione e filtrazione è immediato e continuo e ciò consente una riduzione sensibile dei microrganismi di tutto l’ambiente in cui è posizionato: per un ambulatorio chirurgico standard di 60 metri cubi, tutta l’aria viene filtrata ogni 10 minuti circa!».

Le due principali società scientifiche di oftalmologia, la Soi e l’Aimo hanno indicato nelle loro linee guida per prestazioni chirurgiche ed iniezioni intravitreali l’utilizzo dei flussi laminari focalizzati nelle sale operatorie ambulatoriali di oculistica al fine di implementare l’asepsi del campo chirurgico.

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